E già c’è chi fa scorte di minerale: «Vedrete, presto saremo in tanti»
COMMERCIO PARIOLI, BALDUINA E PONTE MILVIO Nei supermercati rassegnazione e incredulità: sarà il caos, ma gli anziani come faranno?
«Già domani, il caos si vedrà già domani: se davvero, come hanno detto, scatta il razionamento sarà un macello. Pensi che qualcuno oggi ha cominciato a fare le scorte…». Carrefour Express di via Civinini, Parioli, assieme a Monte Mario il quartiere che per «altezza» soffre problemi di pressione. Carlo Carloni è il salumiere storico. «Chiedete a lui della siccità che ne ha viste tante». Tante, sì, ma questa del razionamento proprio no, mai: «A memoria non ricordo niente di simile». Una prima volta coi capelli bianchi, che lo preoccupa: «E gli anziani? E i bimbi piccoli? Come si farà? A casa beviamo l’acqua del lago, se davvero va in porto questa limitazione anche noi, come i signori di oggi (ieri, ndr) dovremo pensare alle scorte». E occhio ai furbi: «Avviserò i clienti: che non succeda come con le prime gelate, quando i prezzi delle verdure salgono all’impazzata senza motivo. La crisi è a Roma, non alla fonte, cioè non dove viene prelevata l’acqua, quindi i prezzi devono restare gli stessi: invito le autorità a controllare».
Sole, afa, strade vuote. Il solito luglio a Roma nord. Però questa notizia della siccità, e della crisi idrica, è una novità. I romani fanno le scorte, certo, per «sicurezza», perché «non ci fidiamo», ma le facce restano di sorpresa, incredulità, scetticismo come se - alla fine nessuno pensasse davvero che si potrà arrivare a tanto: la Capitale senz’acqua. «Lo spero, spero che l’emergenza si risolverà prima. Intanto, comunque, lo ammetto: una cassa d’acqua in più l’ho comprata». Sempre Parioli, Sma di via Sant’Antonio Elia, prima della curva dello stadio la strada è allagata e Licia Cristiano raccoglie lo spunto: «Anche in viale della Moschea, spessissimo, ci sono perdite, dovremmo tutti ripartire da un uso più responsabile dell’acqua, anche noi, anche io: quando mi lavo i denti, potrei chiudere il rubinetto, magari questa crisi è un motivo in più». Arriva spingendo il carrello, con l’acqua dentro — «ma per noi è la norma, nessuna scorta» — anche Luigi Mastrangeli: «Mai, passati i sessant’anni, avrei pensato di vivere una situazione così assurda». Lui sa tutto: dell’incredibile tasso di dispersione (44 per cento a Roma, picchi del 60 per cento nel Lazio) delle tubature colabrodo, del lago di Bracciano prosciugato, delle possibili otto ore di razionamento da lunedì, o forse già da venerdì, comunque molto presto: «Compreremo acqua, non vedo altre soluzioni, l’unica fortuna è che in città c’è meno gente».
Meno gente, meno ressa, eventualmente, non come un mese fa a piazza Igea, quando «hanno fatto il panico per un solo giorno a secco». Era successo, ricorda dal supermercato Pim di via Igea Barbara Di Giacomo, che per un errore di Italgas (la rottura di un tubo) l’intero quadrante fosse rimasto senz’acqua: «Ecco, quel giorno tutte le nostre scorte sono sparite in poche ore: per il momento qua la situazione è tranquilla ma aspettiamo l’annuncio ufficiale del razionamento e vedremo la reazione». Lia Cigolani, che ascolta alla cassa, interviene: «E comunque, sa che le dico? Che tristezza. Va bene parlare di disagi,
Sfiducia I romani comprano le bottiglie per «sicurezza» e perché «non ci fidiamo...»
ma alla fine l’acqua si può anche comprare. Però, alla mia età, vedere Roma affrontare un’emergenza così elementare fa un po’ rabbia».
Ci sono già passati, per questo incrociano le dita, anche a Ponte Milvio. A via dei Prati della Farnesina (vicino al palazzo crollato, precedente preoccupante) l’acqua c’era e non c’era: «A un certo punto abbiamo dovuto chiudere - racconta Sara Morganti dal ristorante 100 Montaditos -: non rispettavano gli orari, un giorno dovevano chiuderla la sera e invece già non c’era più dal pomeriggio, il giorno dopo il contrario: in caso di razionamento, servirà molta più organizzazione».