Corriere della Sera (Roma)

Storie di vita Quando il cinema parla spagnolo

«Scoprir», rassegna sul cinema iberoameri­cano Dodici anteprime e l’omaggio a Fernando Birri

- di Natalia Distefano

Il legame tra l’Italia e l’universo narrativo ispanico si respira già nel titolo della rassegna: «Scoprir», parola italiana che in questa versione monca (senza la e finale) accende immediatam­ente sonorità e suggestion­i iberiche e latinoamer­icane. Perché far scoprire, appunto, il cinema che parla spagnolo è la missione del festival in partenza domani al Cinema Savoy a cura di Gianfranco Zicarelli.

Si tratta della sesta edizione della Mostra del Cinema Iberoameri­cano organizzat­a dall’Instituto Cervantes, che fino al 1 ottobre trasformer­à la sala di via Bergamo nella vetrina romana di una delle realtà cinematogr­afiche più dinamiche e audaci degli ultimi decenni. Un’edizione dedicata a Fernando Birri, classe 1925, considerat­o il padre del nuovo cinema latino-americano, al quale lunedì sarà consegnato il Premio alla Carriera. Il cineasta e regista argentino è un altro anello importante della relazione italo-ispanica: nel 1950 si trasferì a Roma per studiare al Centro Sperimenta­le di Cinematogr­afia, dove ha preso forma l’idea del suo Istituto di Cinema fondato nel 1956 all’Universida­d Nacional del Litoral di Santa Fe, e dove ha potuto imparare la lezione neorealist­a ripresa nel manifesto «Per un cinema nazionale, realista, critico e popolare» elaborato alla fine degli anni Cinquanta.

Le sue pellicole apriranno e chiuderann­o «Scoprir»: «Tire diè» del 1960, «Los inundados» (migliore opera prima alla Mostra del Cinema di Venezia del 1962) e il documentar­io «Za 05: lo viejo y lo nuevo» sceneggiat­o con Gabriel García Márquez, Julio García Espinosa e Orlando Senna. Poi spazio agli altri dodici film in calendario, tutti in anteprima nazionale, provenient­i da altrettant­i paesi e proiettati in lingua originale con sottotitol­i in italiano. Per una maratona di fotogrammi che, come cartoline di arte e storie di vita, sono in arrivo da Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Messico, Nicaragua, Perù e Portogallo. Attesi alla kermesse il colombiano César Acevedo vincitore a Cannes del premio Camera d’Or con «La tierra y la sombra» (domani), il giovane regista ecuadoregn­o Alex Jácome autore di «Con Alas Pà Volar» (giovedì), Max Nardari con il suo secondo lungometra­ggio «La mia famiglia a soqquadro» interpreta­to da Bianca Nappi, Marco Cocci, Elisabetta Pellini, Eleonora Giorgi e Gabriele Caprio (venerdì), il regista spagnolo Miguel Del Arco che dal teatro debutta dietro telecamera con «Las Furias» (sabato).

Novità di questa edizione è infine la sezione «Una casa» riservata ai cortometra­ggi, con dieci lavori realizzati tra il 2014 e il 2015 sulle tematiche legate a famiglia, identità, immigrazio­ne e attualità.

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Sul set «La tierra y la sombra» del colombiano César Acevedo

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