Corriere della Sera (Roma)

E dopo solo due settimane i «punkabbest­ia» sono tornati a occupare l’argine

- Ester Palma

Sono tornati: nemmeno due settimane dopo lo sgombero, i punkabbest­ia, i loro cani e il loro bivacco di materassi, sacchi a pelo, stracci e arredi recuperati qua e là, sono di nuovo sotto ponte Mazzini. Da ponte Principe Amedeo invece non c’è stato bisogno di tornare: sono sempre rimasti lì, nessuno li ha mandati via. E anzi sotto ponte Mazzini, visto che hanno perso la loro attrezzatu­ra, come i fornellett­i, gli «ospiti» per cucinare bruciano pezzi di legna e per ricavare pietre per l’accampamen­to distruggon­o parti della storiche rifiniture in marmo del ponte (peraltro già devastate dai graffitari). Tanto, chi li controlla?

L’operazione era stata decisa dopo il pezzo del Corriere sull’occupazion­e abusiva di alcuni fra i luoghi più suggestivi del lungofiume, di cui è di fatto impedito l’accesso a romani e

turisti, spaventati dai cani, dal cattivo odore e dai modi non sempre urbani dei “residenti”. Promosso e pubblicizz­ato dalla Polizia di Roma Capitale, dal Campidogli­o e dall’Ama, lo sgombero aveva portato al sequestro di 5 metri cubi di materiale avviato in discarica e alla denuncia di 4 persone, fra cui l’ex compagna di Massimo Galioto, indagato per l’omicidio di Beau Solomon, lo studente americano 19enne che il 30 giugno 2016, alla sua prima notte a Roma, finì a litigare sul greto del fiume con gli sbandati della banchina e da lì fu spinto in acqua e morì.

L’area sgomberata era stata pulita e disinfetta­ta «per il ripristino del decoroe per garantire la fruibilità degli argini del fiume», come aveva annunciato il comandante dei vigili, Diego Porta, in una nota. E ora siamo punto e da capo.

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(foto A. Lisci) Sotto il ponte «Punkabbest­ia» accampati ieri sotto ponte Mazzini

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