Laser, geometrie e performance: è l’ora di Digital Life
Mostra e performance, protagonisti laser e tecnologie
Lumière III: come quell’alba misteriosa della storia del cinema, come il termine «luce» in lingua francese: lumière, appunto. Il terzo capitolo dell’affannarsi dell’artista tedesco Robert Henke attorno a strumenti e algoritmi da cui scaturiscono performance di suoni e laser in perfetta sincronia. Spettacolo arcaico e insieme futuristico («Il mio scopo? Trovare nuove soluzioni artistiche applicate alle tecnologie note, in realtà vecchie» spiega Henke), Lumière III sarà in scena stasera all’Argentina.
È l’apertura di Digital Life, sezione del Romaeuropa festival da un’idea di Monique Veaute dedicata alle nuove tecnologie e all’arte digitale. Oggi in tandem con il Palaexpo. Tre comparti, e pluralità di sguardi: opere «immersive», sotto la guida di Richard Castelli; KizArt, videoarte per i bambini, idea di Raffaella Frascarelli; Biennale de l’image en mouvement: da Ginevra a Roma
(Bim) a cura di Andrea Bellini. Ed è la luce, ancora, evocativa e mutevole, a disegnare paesaggi temporanei, come in 360, dei Granular-Synthesis: teatro virtuale che ribalta i concetti di spazio e tempo inglobando nella vertigine lo spettatore. O in Instants of visibility, della croata Ivana Franke. Il collettivo russo Aes+F rappresenta un odierno Purgatorio. Statue di afromusulmani, pakistani, talebani ribaltano la percezione della realtà usando le armi dell’ironia e della poesia.
Su invito della Fondazione Giuliani per l’arte contemporanea, la Biennale porta invece una selezione di tredici film che esplorano la centralità dell’immagine. Visioni inedite e resistenti, come Silent, di Pauline Boudry e Renate Lorenz, dove microfoni da conferenza stampa politica s’affacciano su una scena vuota. The burial of the Dead di Salomé
Lamas cattura le immagini di
una miniera d’oro peruviana, mondo sconnesso e arretrato. Per realizzare A museum of
nothing(s) decine di registi hanno seguito un anonimo
brainstorming online. E ancora, scorci: del conflitto sociale in Congo, al Los Angeles River.
KizArt è un caleidoscopio di video creati da artisti contemporanei, per un pubblico fino ai 14 anni. Nel tentativo di spingere i ragazzi a creare un proprio vocabolario artistico, coinvolti critici, collezionisti, architetti, curatori di mostre.
L’anno scorso a stupire fu il professor Hiroshi Ishiguro con il suo sosia robot. Quest’anno ospite Stelarc: performer estremo che ha avuto (fra le tante) l’idea di inserire nel suo braccio la protesi di un orecchio. Alex Braga affida a un’intelligenza artificiale il compito di prevedere le improvvisazioni pianistiche di Danilo Rea. Julia Krahn e Invernomuto s’interrogano su collezionismo e mecenatismo. «Where are we now?» la domanda di fondo di Digital Life. Conoscere il presente, per indovinare dove si sta andando.
Visioni Anteprima Stasera il live-show del tedesco Robert Henke, specialista di architetture luminose Sopra, Robert Henke e una scena della sua performance Lumière III (al Palaexpò esporrà l’opera Phosphor) anticipazione di Digital Life, da venerdì a Palazzo delle Esposizioni. Sotto, da sinistra Allegoria sacra di Aes+F, e il film Silent di Boudry e Lorenz