Sky adesso licenzia settanta lavoratori Raggi scrive al governo
Sono arrivate lunedì le prime lettere di licenziamento, in totale una settantina, a tecnici e amministrativi di Sky dopo che il gruppo, lo scorso gennaio, ha annunciato il drastico piano di riorganizzazione. La raccomandata ripercorre tutti i passaggi della trattativa: dall’avvio della procedura, il 16 maggio, fino al verbale di mancato accordo al ministero del Lavoro il 2 agosto. Gli esuberi, stimati all’inizio in 124, si sono poi ridotti a 102: «L’azienda ha avviato colloqui individuali con la prospettiva del licenziamento per chi avesse rifiutato di trasferirsi a Milano — ricorda Sonia Lippi, delegata della Rsu e segretaria territoriale Cgil Roma Est — , ma ad alcuni ha proposto soltanto 24 mesi di buonuscita». Già da ieri, nella sede di via Salaria hanno iniziato ad accusare il colpo. «Il licenziamento è immediato, in tronco — si indigna Lippi — . Le credenziali di accesso alla rete sono state subito disattivate. I colleghi non hanno potuto neanche scaricare l’ultima busta paga, indispensabile per presentare la domanda di disoccupazione». Da Sky, però, fanno sapere: «Abbiamo chiuso un accordo che tutela 140 giornalisti e trovato soluzioni per il 90% delle posizioni individuali, su 571, coinvolte dal piano». Nel frattempo i sindacati (oltre alla Cgil, Uil e Ugl) minacciano azioni legali e chiamano lo sciopero nazionale, mentre il M5S esprime preoccupazione. La prima a intervenire, con un post su Facebook, è la deputata Roberta Lombardi: «La sola certezza è quella di un’azienda sana che non solo licenzia i propri dipendenti senza una vera motivazione, ma lo fa dopo averli illusi che un trasferimento a Milano gli avrebbe garantito il posto di lavoro: un modo di agire ingiustificabile». In serata si apprende che la sindaca Virginia Raggi ha scritto al premier Paolo Gentiloni e al ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda sollecitando la mediazione del governo, «per evitare la perdita di professionalità e posti di lavoro nella Capitale».