Tassa sui rifiuti, il Campidoglio consulta i legali
Allarme per la protesta di Parioli e San Lorenzo Città da rilanciare: al Mise progetti da 300 milioni
L’assessora Montanari «dirotta» su Marino le accuse di disservizi nel Municipio II parlando di un «modello aberrante». Ma, dopo i propositi di «sciopero» della Tari e di class action (1,5 milioni) da parte dei cittadini, dà mandato agli avvocati del Campidoglio di approfondire. E annuncia: «Stiamo cambiando il piano industriale». Ieri, intanto, il Comune ha portato al Mise il primo dossier: piano da 300 milioni in 5 anni.
«In futuro ridurremo la tassa sui rifiuti. E il progetto del porta a porta che crea problemi nel Municipio II non è nostro, ma fu avviato nel luglio 2015 dal sindaco Ignazio Marino». Nel respingere, o meglio nel dirottare, l’accusa di «mancato servizio erogato» formulata dalle 20 associazioni con radici nel quadrante interessato, l’assessora all’Ambiente del Campidoglio, Pinuccia Montanari, ammette le «difficoltà», come dice anche l’ad di Ama Lorenzo Bagnacani, che potrebbero portare i cittadini del Municipio II a imbastire una class action contro Ama e a decidere unilateralmente un cospicuo sconto sulla Tari (40%) attraverso la sponda dell’ordinanza 22531 emanata dalla Cassazione.
Sulla questione legale il Campidoglio, con una telefonata partita dal dipartimento Ambiente, ha subito attivato l’Avvocatura: il rischio è di veder andare in fumo entrate fino a ieri considerate certe e dover pagare 1,5 milioni di «servizio mancato» da Ama in relazione agli ultimi 5 anni.
Una beffa, visto che il sistema (che non funziona) di raccolta porta a porta non avrebbe il marchio M5S ma quello del Pd. «Il modello è aberrante, noi lo supereremo con il sistema delle piazzole - ancora Montanari -. Perché questo modello prevede che Ama vada dentro le scale o nei cortili, cosa che non si verifica in nessuna città. Noi stiamo rivendendo il sistema».
E infatti la raccolta dei rifiuti «sta per cambiare», dice l’assessora proprio mentre in città i cassonetti tornano a riempirsi: problemi dovuti alla riorganizzazione del servizio e ai mezzi vetusti, spiega Ama, che annuncia l’arrivo di nuovi macchinari e una «raccolta» rinnovata «che garantisca un servizio vero». «Stiamo revisionando il piano industriale. La città deve essere pulita. Questa è la grande sfida di Roma», ancora Montanari che smentisce i rumors di rottura tra Ama e il dg Stefano Bina: «Struttura totalmente operativa». «Favole con un unico finale: il collasso della città e l’emergenza rifiuti vicina», la nota del Pd. E il M5S: «Chi parla di emergenza non è attento al nostro lavoro o è in malafede». Oggi se ne parla in Aula,
Ieri, intanto, si è tenuto il secondo incontro tra Campidoglio e Mise, tavolo «tecnico» che anticipa il summit RaggiCalenda del 17 ottobre. Dopo il questionario del ministero, i tecnici di Roma Capitale hanno portato in via Veneto il primo dossier: 300 milioni che il Comune stanzierà in 5 anni nel contesto di un progetto globale da 700 milioni. La differenza, 400 milioni, dovrebbe metterla il Mise, che però ha chiarito di non considerare investimenti nei trasporti.
Montanari «Situazione aberrante, ereditata da Marino»