Ambulanti, il nuovo racket con i complici in Comune
Monopolio delle bancarelle in Centro e all’Eur
Aveva due complici in Comune, due funzionari corrotti, Augusto Proietti, il re degli ambulanti, finito nell’indagi- ne insieme con altre 19 persone che ora rischiano il rinvio per associazione a delinquere. La procura ha ricostruito il giro di licenze ottenute indebitamente dal sessantenne grazie a quei due funzionari per eliminare i concorrenti a Prati, Parioli, Eur e in Centro. Scoperti anche episodi di stalking a dipendenti comunali e minacce di morte ai vigili urbani. «Poi mi faccio dichiarare pazzo», diceva Proietti.
L’impero dei Tredicine, i caldarrostai padroni incontrastati con le loro bancarelle del centro storico. E il regno di Augusto Proietti, ambulante a capo invece di un’estesa rete di venditori itineranti, che con il suo potere intimidatorio avrebbe monopolizzato il commercio degli operatori del settore nei mercati di vari rioni, come Prati e Parioli, ma anche all’Eur.
Due mondi contrapposti, eppure capaci di non pestarsi mai i piedi. Mentre però le ramificazioni parentali dei Tredicine non hanno più segreti, il racket della famiglia Proietti emerge solo adesso, con la chiusura delle indagini disposta dal pm Alberto Galanti. Sono venti gli indagati accusati di associazione per delinquere finalizzata a cancellare ogni forma di concorrenza, anche grazie all’appoggio di due funzionari municipali.
Il direttore apicale del Municipio III Montesacro Massimo D’Amazio e il dirigente dell’area attività produttive nella medesima zona Giuseppe Bertolini sono accusati di aver concesso fino a poche settimane fa decine di autorizzazioni a esercitare l’attività di ambulanti ai familiari di Proietti e ai suoi comprimari senza che questi ne avessero i requisiti. Licenze concesse in centro, nell’ex XVII Municipio,
Il racket delle bancarelle Per il pm Galanti, Augusto Proietti puntava al monopolio a Prati, Parioli e all’Eur. Stalking a dipendenti del Campidoglio. «Ammazzo un vigile e mi faccio dichiarare matto»
ma anche ai Parioli e nella zona dell’Eur. Ai due funzionari, oltre all’associazione per delinquere, è contestato anche il reato di abuso d’ufficio.
«Il mio assistito non ha mai costituito nessun associazione criminale – dice l’avvocato Carmine Lombardo, difensore dell’ambulante - Proietti opererebbe, stando al pm, in modo atipico». Il sessantaquattrenne Proietti è noto ai vertici del Campidoglio per i suoi toni minacciosi. L’ambulante è indagato pure per stalking. Secondo l’accusa, avrebbe invitato centinaia di fax e mail dal contenuto aggressivo a tre funzionari capitolini. Delle sue ossessioni è stata vittima perfino la stessa procura. In un video che risale solo a poco tempo fa l’ambulante ha detto di essere anche pronto a uccidere un vigile, se gli inquirenti non avessero dato retta alle sue denunce. «E poi mi faccio dichiarare infermo di mente», ha concluso sempre più sicuro di sé.