L’ex rione chic: «Impossibile vivere qui»
Residenti sul piede di guerra. «Solo i migranti ci aiutano a raccogliere l’immondizia»
Iresidenti dei Parioli sul piede di guerra. «Qui non si vive più», gridano riferendosi a caos rifiuti, strade sporche e assenza di controlli. In tanti, fra abitanti e negozianti, sono pronti a non pagare la Tari e a chiedere un maxi risarcimento ad Ama e polizia locale.
«Eravamo la Roma più chic, ora siamo sommersi dai rifiuti: è giusto lo sciopero delle tasse». Se bastasse un segnale per scatenare l’inferno, ai Parioli sono già sulle barricate. Nel quartiere bene della Capitale, splendidi palazzi liberty e viali alberati, residenti e negozianti sono pronti ad appoggiare qualunque iniziativa utile a restituire decoro alle strade.
L’immondizia si accumula intorno ai cassonetti, a terra le montagne di foglie – altra criticità del rione – si mescolano con cartacce e plastica: in un mercoledì qualunque esplodono i contenitori dedicati alla carta, accanto li decorano cumuli di scatoloni.
«È una schifezza, ci sono strade ormai simili più a discariche», commenta Giovanni Monzoli, impiegato della zona. L’iniziativa legale di venti associazioni del II Municipio è ben accolta: l’idea è quella di un maxi-risarcimento da chiedere ad Ama e polizia locale per un servizio di pulizia e controllo carenti, in più addirittura uno sciopero delle tasse sui rifiuti, appoggiandosi a un dispositivo della Cassazione. «Niente Tari da pagare? Magari, può essere un’idea, qui non si può più vivere», sostiene il progetto la signora Antonietta Cafarella, una delle storiche abitanti dei Parioli Alti, come definisce la zona a ridosso dell’omonimo viale. «Nata e cresciuta qui – sottolinea con orgoglio – ma la situazione è peggiorata tantissimo negli ultimi anni. Gli spazzini sono spariti, non passano mai e le strade sono in condizioni pessime. I cassonetti poi sono costantemente stracolmi». Da piazza Ungheria a via Lima, da via Villa Grazioli a ridosso del parco cittadino, fino a via Lovanio, ad ogni gruppo di contenitori corrisponde un problema: non pochi sono «ballerini», spostati in mezzo alla strada, messi di traverso o rovesciati, altri rotti o circondati da rifiuti non raccolti. Una situazione di disagio anche per le attività commerciali. «Questa è una zona molto frequentata di giorno, ci sono migliaia di uffici, il decoro è un problema per noi esercenti. spiega Aldo Palladino, barista –. Dobbiamo ringraziare i tanti migranti che, in cambio di un panino, ci aiutano a tenere pulito il quartiere». Il problema sono anche i locali, dice la signora Loretta, residente in zona, che «dovrebbero avere spazi appositi per la loro immondizia, altrimenti i cassonetti non bastano», suggerisce.
Maurizio Moretti, acquarellista di professione, sta realizzando un libro di disegni proprio per ritrarre la grande bellezza dei Parioli: «Mi sa che alla fine dovrò inserire almeno un acquarello con un monumento immerso nei rifiuti, perché questa è la realtà…», dice sconsolato.
Caos Cassonetti rovesciati o rotti «Qui da noi non si vive più»