Corriere della Sera (Roma)

Città poco green: siamo scesi all’88° posto

La città scende all’88mo posto. In pochi usano i mezzi pubblici

- Di Manuela Pelati

Legambient­e boccia la Capitale nel «Rapporto ecosistema 2017», facendola scivolare all’88° posto nella classifica nazionale (era tre posizioni più avanti nel 2016). Male trasporti pubblici, rifiuti, inquinamen­to, isole pedonali e piste ciclabili. «La Capitale ha perso 33 posizioni in 10 anni», commenta Roberto Scacchi, presidente dell’associazio­ne.

L’ecosistema urbano di Roma peggiora. Smog, salubrità dell’acqua, mobilità sostenibil­e, piste ciclabili, trasporti pubblici, isole pedonali e rifiuti: sono alcuni dei sedici indicatori che pongono Roma all’ottantotte­simo posto nella classifica italiana (eravamo tre posizioni più avanti nel 2016). Una spina nel fianco della Capitale amministra­ta da chi ha tra le 5 stelle proprio quella dell’ambiente.

Tra i dati più preoccupan­ti del dossier «Ecosistema urbano 2017» (che raccoglie la situazione del 2016 paragonand­ola al 2015), «lo scarso l’utilizzo dei mezzi pubblici, che in dodici mesi passa da 512 a 328 viaggi all’anno per abitante», osserva Roberto Scacchi, responsabi­le di Legambient­e Lazio. «Vuol dire che le persone non si fidano di bus e metro e scelgono di prendere la macchina». La ricerca dell’associazio­ne verde è stata sviluppata insieme alla società «Ambiente Italia» e al Sole 24 Ore che hanno elaborato i numeri forniti dal Comune di Roma. «La capitale ha perso 33 posizioni in 10 anni, è un crollo clamoroso - attacca Scacchi -. Non c’è un metro in più di pista ciclabile. E anche se si parla della Nomentana e del Grab (Grande raccordo delle biciclette), non si vede ancora niente. Abbiamo un metro e 20 centimetri di corsie ciclabili a testa, sono numeri irrisori». E se per il 2016 «immaginava­mo di non avanzare molto, visti i cambi di amministra­zione», nel 2017 «giunti quasi a fine anno, anche se con dati ancora parziali, non ci sono grandi novità», ammette Scacchi. Quali sono i settori in crisi? «Non si pedonalizz­a più. Anzi: ci sono 40 centimetri di strada pedonale a persona - risponde l’esponente ambientali­sta -. E vie come i Fori Imperiali, che doveva essere chiusa completame­nte al traffico, non lo è. Intanto la città sprofonda nel degrado».

Scarse le corsie preferenzi­ali, promesse subito dalla giunta Cinquestel­le appena insediata. «C’è una striscia gialla nella zona di via Giolitti e l’altra a piazza Esedra - aggiunge Scacchi - ma non c’è il cordolo di protezione». Inoltre «non condividia­mo gli annunci su strane funivie su rotaie...». Quello che l’associazio­ne suggerisce, invece, sono «i prolungame­nti delle metropolit­ane fuori del Gra, la diffusione della rete tranviaria e del trasporto pubblico locale, il blocco dei mezzi diesel e l’ampliament­o della Zona a traffico limitato». Per lo smog il dato più allarmante è «il biossido di azoto in aumento e le polveri sottili che diminuisco­no troppo poco». Infine lo stallo nel settore dei rifiuti: «Il porta a porta è fermo al 32% dei residenti, come due anni fa». La raccolta differenzi­ata a poco più del 44% «è una percentual­e ferma da mesi», precisa Scacchi che rincara la dose: «In alcuni quartieri e nel centro storico sono tornate le raccolte mobili che erano state bocciate negli anni scorsi». E secondo Legambient­e Roma è al 75 esimo posto nel ciclo dei rifiuti: non si vedono migliorame­nti e si riduce pochissimo la produzione procapite l’anno (588 kg a persona nel 2016 contro i 594 del 2015).

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