Fabri Fibra, il «fenomeno» dell’hip hop
Il rapper marchigiano domani sul palco dell’Atlantico con il suo nuovo tour. Musica e immagini per raccontare anche una storia dentro lo show
Fabri Fibra domani arriverà all’Atlantico con il tour di «Fenomeno». «Il live — racconta — è letteralmente il momento in cui il disco prende vita. Quest’anno ho voluto raccontare una storia all’interno dello show ed ho utilizzato anche delle immagini, non soltanto la musica, per coinvolgere maggiormente il pubblico».
Orgoglio rap. Fabri Fibra lo porta con sé sui palchi di tutta Italia con il suo tour che in ogni data raccoglie migliaia di persone e parecchi sold out. E domani arriverà all’Atlantico (biglietti esauriti). «Il live — racconta — è letteralmente il momento in cui il disco prende vita. Quest’anno ho voluto raccontare una storia all’interno dello show ed ho utilizzato anche delle immagini, non soltanto la musica, per coinvolgere maggiormente il pubblico. Sul palco con me rimane sempre Dj Double S».
Lo show si muove su due piani differenti, ma complementari: da una parte la musica, dall’altra il racconto (che mi rappresenta a pieno») di un ragazzino di Senigallia fulminato sulla via dell’hip hop: da rapper incompreso a «Fenomeno» (che è anche il titolo del suo nuovo album) da classifica. È soprattutto grazie a lui e ai suoi album «Tradimento» e «Mr.Simpatia» se oggi il sempre più folto esercito di aspiranti Kanye West si trova la strada spianata. «Spesso — racconta Fibra — la musica è vista come “leggera”, di intrattenimento, e spaventa o preoccupa se controversa, fastidiosa o se provoca delle reazioni non convenzionali. Penso che all’estero per questa musica ci sia un trattamento migliore, e che venga presa diversamente in considerazione ed apprezzata di più. Anche se oggi in Italia, il rap ha forzato questa nostra posizione tradizionale, infatti i ragazzi sono sempre più coinvolti ed appassionati ad un genere che all’inizio è stato molto criticato, ma che ha poi portato molte novità in un panorama stanco come quello della musica italiana».
Sul palco, la storia di Fabrizio Tarducci (vero nome di Fibra) sarà ripercorsa attraverso i brani di «Fenomeno» — compresa la hit «Pamplona», incisa con il contributo dei Thegiornalisti — e l’ultimo singolo «Stavo pensando a te» («È dedicato al momento in cui ti ricordi qual- cosa che non può tornare più, bello o brutto che sia») ma anche attraverso canzoni del passato come «Applausi per Fibra», «Mal di stomaco» e «In Italia». «È una figata avere finalmente un repertorio ampio. Ed è stato abbastanza facile fare la scaletta perché avevo un’idea piuttosto precisa della storia che avrei voluto raccontare».
Lontano anni luce dall’impegno politico delle posse, Fibra si è fatto largo con rime accattivanti ma anche provocatorie. Tosto, libero e poco incline ai compromessi, il «fenomeno» dell’hip hop è andato avanti per la sua strada, dimostrando di saper incassare colpi particolarmente duri. Come nel 2013, quando venne prima invitato a salire sul palco del Primo Maggio in piazza San Giovanni e poi venne escluso dai sindacati confederali che organizzano il concertone. Colpa di alcuni vecchi testi che, secondo un’associazione femminile, avrebbero offeso la dignità delle donne. Un episodio così avrebbe fatto vacillare chiunque, non il rapper marchigiano che ha da poco compiuto quarantun anni. «Faccio musica apposta per creare un dibattito, un dialogo, che immagino si crei tra chi la mia musica la ascolta, la critica, la vive: in macchina, in radio, ai concerti».
Dei nuovi rapper, dice: «Mi piacciono Ghali, Sfera, Tommy Kuti, DPG, Laioung... Molti sono ragazzi di seconda generazione che hanno portato e porteranno un’ulteriore novità nel panorama italiano. Sono tanti, ma ne arriveranno molti altri ancora. Il rap italiano è in ottima salute ed è qui per restare ed evolversi. Sarà interessante continuare ad ascoltare».
In Italia La musica è vista come leggera, e spaventa se controversa, o se provoca reazioni non convenzionali W il dibattito Faccio musica apposta per creare un dibattito, un dialogo con chi la mia musica la ascolta, la critica, la vive