QUEI SEGNI DA CAPIRE
Cosa fa credere a una giovane donna innamorata che un gesto di violenza, anche solo uno, da parte del suo partner, non debba suonare come un campanello di allarme da prendere in dovuta considerazione? Cosa le fa sopportare una lunga serie di maltrattamenti che mettono in pericolo il suo equilibrio psicologico, la sua salute, la sua vita? Su questi interrogativi dovremmo riflettere senza mai stancarci fino a trovare qualche risposta convincente. Sta tutta qui infatti la chiave degli innumerevoli episodi di violenza sulle donne che finiscono, al loro culmine, sulle prime pagine dei giornali. E menomale. C’è chi teorizza che i media danno troppo eco a queste violenze, moltiplicandone persino la diffusione. Bene, sgombriamo subito il campo da questa sciocchezza: se smettessimo di considerare una violenza brutale su una donna una notizia da prima pagina, avremmo superato ampiamente il limite della nostra umanità per sconfinare nella pura bestialità. Raccontare nei dettagli come queste violenze vengono perpetrate serve, a nostro parere, a disseminare il cammino di molte di noi di segnali.
Segnali da non trascurare mai quando ci capita di venire coinvolte in una storia sentimentale. Non si tratta di essere diffidenti ma di mantenere un minimo di lucidità che ci consenta di distinguere un gesto di stizza occasionale da un atto di pura violenza. Abbiamo imparato in questi anni che le donne vittime di brutalità hanno alle spalle percorsi molto diversi, così come sono differenti tra loro per formazione culturale e estrazione sociale. Il tratto che le accomuna è un malinteso senso di cosa sia amare e essere amate. É una sorta di cieca ostinazione a vedere sentimento dove sentimento non c’è e non ci potrà mai essere. Perché è indubbio che un uomo che usa le mani per esprimere rabbia o frustrazione, quando non addirittura senso del possesso, andrebbe guardato sotto una luce diversa. Da subito. Qualcuno dirà, e molti già lo fanno, che questo equivale a dire addio al naturale rapportarsi tra due essere umani per dare spazio a una modalità codificata. Eppure i codici sono importanti, sono come delle boe cui fare riferimento quando si varca il confine della razionalità per immergersi nel sentimento. Negli Usa, ad esempio, funzionano: codici consolidati permettono a un uomo di rivolgere la parola a una sconosciuta in un bar senza essere scambiato per un molestatore. Altri codici consentono alla donna di decidere se portare la conoscenza a un gradino superiore. E c’è un codice quando in un rapporto sessuale uno dei partner va oltre: una parola convenuta tra le parti che verrà pronunciata per fare capire inequivocabilmente all’altro che il limite è stato superato. Ora dovrebbe essere molto chiaro a tutte che una sberla in pieno viso non può essere un gesto di affetto. Sono regole semplici ma capaci di salvarci la vita. Non dimentichiamole.