Ostia, una sfida per le piazze Arrivano i big
Domani ultimi appelli al voto, al centrodestra il «palcoscenico» più ambito. Oggi la marcia Libera-Fnsi
La campagna elettorale per il Municipio X si chiude con la battaglia delle piazze. Mentre, dopo la manifestazione di sabato cavalcata dai grillini e disertata dal Pd, oggi si replica a ranghi completi con il corteo promosso da Fnsi e Libera, M5S e centrodestra - protagonisti del ballottaggio di domenica - preparano la sfida dei comizi finali nei luoghi più significativi di Ostia. Piazza Anco Marzio farà da teatro a Giorgia Meloni e alla candidata di Fratelli D’Italia Monica Picca (ancora in forse Matteo Salvini e Silvio Berlusconi), mentre la grillina Giuliana Di Pillo sarà accompagnata da Raggi, Di Battista e Taverna sul palco allestito nella piazzetta Tor San Michele.
Da una parte la prima verifica di governo sul M5S, dall’altra la prova di coalizione del centrodestra. In ogni caso la battaglia delle piazze a Ostia segnerà la fine di una campagna elettorale dai toni accesi e dalle tante, troppe polemiche.
Ultima puntata ieri con CasaPound che ha invitato i suoi elettori all’astensionismo. Domenica il X Municipio sceglierà la sua amministrazione in un clima incandescente, tra seggi blindati ma sicuri, dopo gli inquietanti episodi che avranno probabilmente ripercussioni anche sul ballottaggio. Protagonisti delle ultime ore – dopo l’aggressione agli inviati della Rai da parte di Roberto Spada – cortei e piazze, schieramenti mescolati e lotta per la legalità. Dopo la marcia anti-mafia di sabato cavalcata dai grillini e disertata dal Pd, oggi si replica a ranghi completi con quella promossa da Fnsi e Libera in presidio a piazza Anco Marzio. Il salotto centrale di Ostia 24 ore dopo farà invece da teatro a Giorgia Meloni e la sua candidata di Fratelli D’Italia Monica Picca (ancora in forse Matteo Salvini e Silvio Berlusconi). Questa volta a scippare il palcoscenico più ambito del mare di Roma è stato il centrodestra, a differenza del primo turno quando da lì sindaca Raggi e M5S avevano tifato l’aspirante presidente Giuliana Di Pillo. Non fu una folla oceanica a riempire quell’isola pedonale tanto che domani i grillini – con Raggi, Di Battista e Taverna - hanno ripiegato sulla piazzetta Tor San Michele (dove il Pd richiamò intorno al candidato Athos De Luca un centinaio di cittadini). Stesso orario per i comizi, a distanza di 200 metri. La partecipazione resta anche questa volta l’incognita, visto anche l’alto livello di astensionismo del 5 novembre. Un elettore su tre in cabina, quota allarmante che rischia di calare ancora. Lo stesso Ministro dell’Interno Marco Minniti, martedì al Comitato per la sicurezza a Ostia e ieri nella sede Fnsi, ha ribadito l’appello al voto, definendo la libertà di stampa «ossigeno di una democrazia».
Proprio a difesa del giornalismo libero, oggi a Ostia la manifestazione anti-mafia «armati solo di penna e Costituzione», ha detto il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti, «perché quella di Spada è stata una testata all’articolo 21 della Costituzione, perché non è Ostia il luogo del male, ma tutti quei luoghi dove viene leso il diritto di informare». Dal Pd a FdI, da Zingaretti a Raggi (Roberta Lombardi non ci sarà per «motivi personali»), le adesioni sono bipartisan al sit-in, tanto da far gridare all’inciucio CasaPound con il lancio di un annuncio in contrasto con l’unanime appello a votare. «Accordo tra centrodestra e Pd per il ballottaggio ormai raggiunto, tanto che saranno in piazza insieme, una bella rimpatriata tra chi ha contribuito al declino di Ostia», dice il leader Luca Marsella che critica anche il M5S «incapace» e invita il suo 9% di elettori a disertare le urne.
Urne Anche questa volta il rischio astensione