Brasiliana uccisa nel sottopasso, spunta la pista della malavita
Indagini negli ambienti della prostituzione tra Termini, San Lorenzo e Tiburtina
Potrebbe essere stata vittima di un regolamento di conti Norma Maria Moreira da Silva, la brasiliana di 49 anni il cui corpo è stato trovato nel sottopasso a Porta Pia. La polizia sta setacciando il mondo dei disperati che abitano nei sottopassaggi, ma anche quello della prostituzione tra la stazione Termini, San Lorenzo e la stazione Tiburtina. In passato la vittima era stata una maitresse, aveva alcuni precedenti e nel 2009 era stata coinvolta in un’altra inchiesta. Più di recente, da dicembre 2015 all’agosto 2016, aveva frequentato la mensa della Caritas in via Marsala e solo una volta, il 1° febbraio di quest’anno, quella di Colle Oppio. Poi era sparita nel nulla.
A caccia di chi non c’è, che invece c’era lunedì notte nel sottopasso di Porta Pia. Di chi adesso è sparito da quegli anfratti bui accanto alle auto che sfrecciano verso Castro Pretorio, in uno dei quali Norma Maria Moreira da Silva è stata uccisa in modo orribile, forse dopo un rapporto sessuale che potrebbe essere sfociato in uno stupro.
Sono molte le persone, i senza tetto, che la polizia ha ascoltato nelle ultime ore per trovare una traccia che possa portare all’individuazione di chi ha assassinato la 50enne brasiliana conosciuta dalla Caritas perché frequentatrice abituale della mensa di via Marsala da dicembre 2015 all’agosto 2016. Poi solo per una volta, il 1° febbraio di quest’anno, aveva pranzato alla mensa di Colle Oppio. Ed era sparita nel nulla. Una ex maitresse, con precedenti per sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ormai caduta in disgrazia forse dopo aver cercato di fare il salto di qualità nel mondo del sesso a pagamento. Coinvolta insieme ad altre persone in un’inchiesta nel 2009 forse l’operazione Caribe - per la quale non era stata ancora giudicata.
Ma questi reati testimoniano che aveva frequentato un ambiente lontano da quello dei sottopassi, vicino invece a quello della stazione Termini e dei luoghi dove si prostituiscono le sudamericane. Più in appartamento che per strada. E questo è un altro mondo che chi indaga sta setacciando per trovare risposte alla tragica fine di Norma Maria, che potrebbe essere stata vittima di un regolamento di conti.
Oggi al Verano sarà effettuata l’autopsia che potrebbe fornire altre risposte, a cominciare da quella sulla violenza sessuale che la brasiliana potrebbe aver subìto. Ma c’è anche l’ipotesi che la donna si possa essere appartata con qualcuno che conosceva o con un cliente e che poi sia accaduto qualcosa che ha spinto il killer a uccidere.
Due mesi fa Norma aveva raccontato a «Il Giornale» di frequentare quei sottopassaggi da 4 mesi e di avere bisogno di soldi. Forse si drogava, secondo alcuni si prostituiva. Ogni tanto era ospite di una connazionale sposata con un italiano. Per questo motivo si aprono nuovi scenari, comunque collegati secondo la Squadra mobile agli ambienti dei disperati che frequentano non solo il sottopasso (dove si trovano da anni vere e proprie abitazioni ricavate nel sottosuolo) ma anche i dintorni delle stazioni Termini e Tiburtina, nonché le strade che portano a San Lorenzo. Zone che soprattutto di notte diventano pericolose e dove la prostituzione è ancora un fenomeno diffuso. Nel frattempo proseguono gli accertamenti sulle conoscenze e i contatti telefonici di Norma Maria, che sembra fosse stata già vista in quel sottopasso. Non è escluso che proprio lì fossero avvenuti in passato altri incontri a luci rosse, come anche però che la brasiliana sia stata costretta dall’assassino a scendere nel locale buio e assordante per il continuo passaggio delle auto. Una trappola dalla quale nessuno ha potuto salvarla.
Alla Caritas La vittima aveva frequentato le mense della Caritas, ma dal 1° febbraio era sparita