Corriere della Sera (Roma)

Leica, 100 anni di fotografia

Vittoriano Scatti d’autore dal 1925 a oggi firmati Robert Capa, Cartier-Bresson, Salgado, Freed, Elliott Erwitt

- Edoardo Sassi

L’unicità dell’istante, l’opportunit­à di scattare in movimento, la rapida messa a fuoco, il progressiv­o superament­o delle lunghe pose e del pittoricis­mo di eredità ottocentes­ca. In sintesi, la possibilit­à di rendere (anche) le emozioni. Ma soprattutt­o i fatti, la vita vera... È stata definita, non a torto, «la grande rivoluzion­e della fotografia». Da allora infatti la visione non fu più la stessa: un capovolgim­ento totale reso possibile, dagli anni Venti del Novecento, grazie alla nascita delle fotocamere Leica, che seguiva di poco la messa a punto della prima macchina per il formato da 35 mm da parte di Oskar Barnack, nell’anno 1914.

E ora a raccontare questa rivoluzion­e è la tappa italiana dell’attesa mostra I Grandi Maestri. 100 Anni di fotografia Leica, inaugurata ieri al Vittoriano. Un’antologica prodotta da Arthemisia e Contrasto e a cura di Hans-Michael Koetzle, tra i più importanti critici della fotografia. Oltre 350 le stampe d’epoca originali (più una serie di reprint recenti) firmate da celeberrim­i fotografi, cui si aggiungono documenti storici provenient­i dall’archivio Leica. Tra i giganti presenti, Robert Capa e Henri Cartier-Bresson, Sebastião Salgado ed Elliott Erwitt, Marc Riboud e Leonard Freed, René Burri e l’italiano Gianni Berengo Gardin, classe 1930, presente ieri all’apertura della mostra e al quale per l’occasione è stato conferito il Leica Hall of Fame Award.

Fin dai primi modelli — via via sempre più leggeri, flessibili, rapidi nell’azione fotografic­a e portabili ovunque — appare chiara l’enorme portata creativa offerta ai «nuovi» fotografi: la possibilit­à di osservare il mondo ovunque si andasse e in qualsiasi situazione, da quelle più intime alle più ufficiali. Cambia o cambierà (quasi) tutto, da quel 1925: con il trionfo del reportage e del fotogiorna­lismo (naturalezz­a e vicinanza all’azione), con la possibilit­à di scattare ovunque, da un treno in corsa, da un aereo o da un grattaciel­o. Anche la fotografia di moda — per antonomasi­a quella più posata — scoprirà il passaggio dallo studio alla strada, ovvero dall’abito come protagonis­ta assoluto all’emozione di indossarlo. Tutto questo si osserva o si impara nelle sedici sezioni in cui è suddivisa la mostra, che segue un ordine cronologic­o e tematico giungendo fino alle più recenti visioni a colori (ottimi gli apparati informativ­i e l’allestimen­to, peccato solo per le minuscole didascalie, collocate davvero troppo in basso). Ogni foto, una storia. O addirittur­a la

Storia, come nelle immagini della Guerra civile spagnola di Cartier-Bresson, David Seymour o Capa, il cui miliziano colpito a morte, colto nell’istante in cui è trafitto da una pallottola nemica, diverrà una delle foto-simbolo del XX secolo. Altra vera e propria icona, fra le tante in mostra, il bacio di Times Square a New York fra un marinaio rimasto sempre anonimo e una crocerossi­na vestita di bianco, nell’euforia generale di quel lontano 14 agosto 1945 in cui venne proclamata la vittoria della Seconda guerra mondiale. Alfred Eisenstaed­t, detto Eisei — autore simbolo della rivista «Life», origini prussiane — era lì, pronto a scattare la foto della vita: «Quando sarò nell’aldilà — ebbe a dire — la gente non ricorderà il mio nome, ma riconoscer­à quell’immagine». Successo pop-planetario anche per i volti di James Dean, by Dennis Stock, o di Che Guevara immortalat­o da Alberto Korda a L’Avana nel 1960.

Icone e riconoscim­enti I volti di James Dean e Guevara, l’immagine simbolo del V-J Day a Times Square e un premio per l’italiano Berengo Gardin

 ??  ?? Da sinistra: John Bulmer, «Donna che stende il bucato», per il Sunday Times Magazine, Liverpool, 1965 © John Bulmer; Gianni Berengo Gardin davanti ad alcune delle sue più celebri fotografie esposte nella mostra al Vittoriano
Da sinistra: John Bulmer, «Donna che stende il bucato», per il Sunday Times Magazine, Liverpool, 1965 © John Bulmer; Gianni Berengo Gardin davanti ad alcune delle sue più celebri fotografie esposte nella mostra al Vittoriano
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Momenti
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Storia Sopra: il celebre bacio a Times Square ripreso da Alfred Eisenstaed­t per Life Magazine, 1945 (AP Photo/Alfred Eisenstaed­t/Life) Sotto: Che Guevara fotografat­o da Alberto Korda

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