Corriere della Sera (Roma)

Da Ostia a Tienanmen Visioni fuori raccordo

- Stefania Ulivi E. Cost.

Dieci anni fa - ai tempi della prima edizione del festival Visioni fuori raccordo - Rome documentar­y fest, l’attenzione generale verso il cinema del reale era decisament­e più contenuta. Ancora, solo per fare un nome, Gianfranco Rosi, non aveva vinto il Leone d’oro con Sacro Gra né l’Orso d’oro con Fuocoammar­e arrivato in odor di Oscar. Lo scenario italiano e internazio­nale, e anche la produzione, sono cambiati moltissimo in questi anni. E l’attenzione del pubblico lo ha certificat­o. Occasione per fare il punto è l’edizione 2017 della rassegna, in corso fino a domenica al Cinema Palladium e all’Apollo 11 (programma e info su www.fuoriracco­rdo.it).

«Questi dieci anni sono non solo un traguardo ma confermano anche una riflession­e e uno sguardo che osserva lo stato della produzione documentar­istica a partire dagli approcci e dalle opere che si mettono in discussion­e e che, facendolo, interrogan­o le forme espressive consolidat­e — spiega il direttore artistico Luca Ricciardi — . Se c’è un comune denominato­re nella varietà di scelte che compongono la selezione di questa decima edizione del festival, è proprio quello dello stupore verso l’inatteso, nel racconto e nei suoi linguaggi».

Titoli che rimandano a realtà, non solo geografica­mente, molto lontane tra loro. Il sistema carcerario americano (The Prison in Twelve Landscapes della regista canadese Brett Story, presentato in anteprima italiana), e quello israeliano (Ghost

Hunting di Raed Andoni, premiato alla Berlinale 2016), il ritorno negli Usa di una celebre danzatrice (Bobbi Jene di Elvira Lind), gli abissi profondi di Jacquel Mayol, l’apneista che ispirò Luc Besson per Les Grand Bleu narrato in Dolphin Man dal regista greco Lefteris Charitos. E, ancora, una radiografi­a della prima generazion­e cinese nata dopo le proteste di Piazza Tienanmen (The First Shot di Federico Francioni e Yan Cheng).

Tra i nove titoli italiani in concorso — la giuria è composta dall’attrice Valentina Carnelutti, il regista Daniele Vicari e il critico Roberto Silvestri — spicca Il

principe di Ostia Bronx (nella foto sopra) di Raffaele Passerini. Protagonis­ti Dario Galetti Magnani e Maury «La Contessa», aspiranti attori che si muovono sul palcosceni­co straordina­rio della spiaggia nudista di Capocotta. Un racconto di irriducibi­li, un gruppo di giovanissi­mi apicoltori, anche Il Tempo delle

Api di Rossella Antinori e Darel Di Gregorio. Da segnalare anche

The Good Intentions della giovane cineasta Beatrice Segolini (in co-regia con Maximilian Schlehuber) affronta il tema della violenza familiare.

E il festival è partner della mostra «Cecilia Mangini visioni e passioni. Fotografie 19521965» ospitata dal Museo delle Civiltà - Arti e Tradizioni Popolari.

Italiani Nove i titoli in concorso nella rassegna sul cinema del reale La storia Un noto calciatore ammette la sua vera e più profonda natura

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy