Verso la Toscana 20 mila tonnellate di immondizia
Il cattivo giudizio dei romani sui rifiuti è causato dal fatto che «i cittadini vedono e giudicano solo i cassonetti stracolmi», spiegano dall’Agenzia per i servizi pubblici. Intanto i sacchi abbandonati invadono le strade nel ponte dell’Immacolata. Firmato l’accordo con la Toscana che prenderà circa 200 tonnellate al giorno di immondizia (20 mila per 6 mesi). Ma il rischio ora arriva dal blocco dell’impianto di Frosinone.
Il voto dei romani per la raccolta rifiuti non è mai stato così basso come quest’anno che è sceso a 3,7 rispetto al 4,2 del 2016. «Ciò che i cittadini vedono e giudicano sono i cassonetti stracolmi di immondizia ai bordi delle strade», spiegano dall’Agenzia. E dopo tre giorni di feste per il ponte dell’Immacolata i sacchi abbandonati a terra invadono i quartieri, da Prati all’Appio, da Trastevere a Centocelle. Cassonetti rovesciati e pioggia contribuiscono a rallentare le operazioni, ma la fragilità del sistema aggravata dalla diminuzione nei giorni di festa al 25% del numero dei netturbini e un turno in meno negli impianti Ama, hanno provocato l’inevitabile accumulo. E dall’Authority rilevano «la debolezza dell’impiantistica di trattamento e di chiusura del ciclo dei rifiuti rispetto alle esigenze della città».
I dati mostrano che la frazione organica, che è il rifiuto più costoso da inviare fuori città con i tir perché pesante e voluminoso è ancora trattato da Ama solo al 5,6%. «Faremo due nuovi impianti», ha ribadito l’ad della municipalizzata, Lorenzo Bagnacani, due settimane fa. Ma per realizzare le strutture di compost ci vorranno circa due anni e non c’è ancora il via libera per la localizzazione.
L’altra quantità di rifiuti che richiede attenzione è la frazione indifferenziata, cioè il 56% del totale dell’immondizia che è trattata solo al 34% dagli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico) di Ama prima di finire in discariche e inceneritori, fuori regione. La percentuale rimanente è lavorata dai Tmb del Colari (che risale a Cerroni ed è commissariato) e dall’invio in provincia di Roma, Abruzzo, in altre città del Lazio e in Austria, ma solo fino al 31 dicembre. Quest’ultima percentuale, circa 200 tonnellate al giorno (20 mila per 6 mesi), andranno dal 1° gennaio in Toscana, dopo l’accordo raggiunto ieri. «Roma deve costruire impianti propri, queste rappresentano soluzioni temporanee troppo costose in termini ambientali ed economici», rileva l’assessore regionale all’Ambiente, Mauro Buschini.
Intanto la temuta emergenza pattume per le feste, alme-
A rilento Roma è al 44,6% di differenziata. Nel 2016 era al 43%, nel 2014 al 37%
no temporaneamente, è scongiurata. Ma la raccolta tra Natale e Capodanno è comunque a rischio dato che il test del ponte dell’Immacolata non si può definire riuscito. E inoltre non è ancora risolto il blocco degli impianti Saf di Frosinone che promette di non smaltire più 400 tonnellate al giorno di rifiuti romani dal 1° gennaio.
Tornando ai dati dell’Agenzia, il voto più basso lo prende la pulizia delle strade (3,2). E l’invasione delle foglie è sotto gli occhi di tutti nonostante i 3 mila interventi straordinari di Ama. Il giudizio sull’inefficienza avviene nonostante l’aumento del 56% delle risorse economiche dedicate alla pulizia a partire dal 2012 ad oggi, secondo l’Agenzia, mentre l’aumento della differenziata è stato del +18% e l’estensione della raccolta porta a porta è arrivata al 33%. Quest’ultima, però, non è aumentata di una sola utenza nell’ultimo anno.
«Il nostro obiettivo è ridurre i materiali post consumo», aveva promesso l’assessora comunale all’Ambiente, Pinuccia Montanari. Ma la raccolta differenziata in un anno è andata a rilento. «Siamo al 44,6%», spiegava il 26 novembre il presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani. L’obiettivo prefissato dall’amministrazione Raggi al 48% per quest’anno è irraggiungibile.