Corriere della Sera (Roma)

Non ero un complottis­ta ma ora c’è da pensare male

- Di Giancarlo Governi

No, non sono un complottis­ta! La mia educazione non me lo permette e neppure il mio amore per la lingua italiana, che mi porta a diffidare di un vocabolo che i più prestigios­i dizionari non accettano.

Non sono un complottis­ta perché diffido di quello che oramai è divenuto sport nazionale e che porta la gente a vedere complotti dappertutt­o. La mia educazione mi ha portato sempre a credere che arbitri di calcio in malafede non esistano, ma soltanto arbitri che sbagliano più o meno, a seconda della loro preparazio­ne. La mia esperienza mi ha portato a non credere agli arbitri in malafede, anche quando ne ho visto uno mettersi sulla barriera per impedire a una squadra di fare gol, per dire. Anche quando ne ho visto uno negare che il pallone avesse sfondato la rete. Anche quando ne ho visto uno girarsi dall’altra parte quando veniva strattonat­o un attaccante in area di rigore…

Ho sempre pensato che l’arbitro quando sbagliava era per colpa dei giocatori che giocano troppo veloci, o che facevano i furbi in maniera da nascondere con destrezza le loro malefatte. Insomma sono sempre stato un innocentis­ta. Ora che c’è il Var ancora di più, perché finalmente gli arbitri hanno qualcuno, un loro collega, che vede le immagini alla moviola e che lo avvisa e gli dice «vieni un po’ qui, riguardati questa azione, a me pare che ci sia un rigore…». Quindi l’arbitro dice «scusate un attimo», si mette davanti a uno schermo coperto di nero, poi rientra in campo, disegna nell’aria un quadrato, come a dire ho visto sullo schermo, e quindi indica il dischetto del rigore.

Io non sono un complottis­ta ma quando mi capita di vedere che in quattro partite consecutiv­o il Var è stato consultato o non consultato o consultato soltanto parzialmen­te, e per due volte nella parte dell’arbitro principale o del signor Var c’è sempre il signor Giacomelli e due volte il signor Di Bello, a esprimere verdetti contro la stessa squadra, qualche dubbio mi viene.

Se poi considero che la squadra danneggiat­a si è messa in luce per il bel gioco, ma anche per la pretesa di inserirsi nel gruppetto che aspira alla Champions, indispensa­bile per tutti, ma per una in particolar­e la Champions risultereb­be vitale per sistemare i suoi conti, qualche dubbio mi comincia a venire. Se poi vedo che uno degli arbitri, sul sito del suo bar di Trieste, ha messo come immagini foto inneggiant­i alla squadra che deve partecipar­e a tutti i costi alla Champions, e nel suo sito personale con nome mascherato, dimostra tutta la sua ammirazion­e per l’ex capitano di quella squadra, ho la sensazione di essere diventato complottis­ta. Ebbene sì, che lo Zingarelli mi perdoni, sono diventato complottis­ta.

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