Ovidio e melina, M5S rinvia la «delibera Raggi»
La nemesi, alla fine, è arrivata. Appena riabilitato, a duemila anni dalla morte, Ovidio si vendica dell’esilio al quale lo condannò l’imperatore Augusto: per un’ora e mezza, protestano le opposizioni, monopolizza l’aula Giulio Cesare. L’assemblea capitolina, per «riparare al grave torto subito», riaccoglie con voto unanime il poeta tra le braccia di mamma Roma. Giustizia è fatta. In consiglio ci sono anche il sindaco di Sulmona, città natale di Ovidio, e la banda musicale.
Se non fosse che, accusano i dem, la mozione non era all’ordine del giorno. Mentre le lancette scorrono - la seduta si chiude alle 14 - per due volte si interrompono i lavori: «Pause ingiustificate - attacca Giulio Pelonzi (Pd) - con i grillini chiusi a litigare in Sala delle Bandiere. Abbiamo sentito le urla». Slitta così la ratifica dell’accordo di programma firmato dalla sindaca e dal presidente della Regione, già approvato in commissione Urbanistica, per lo spostamento di cubature da via della Nocetta, in zona Villa Pamphilj, a Lunghezza. Volumi da destinare a edilizia residenziale in una zona ad alta densità commerciale e di uffici, con un indice di compensazione di 2.3 (il massimo è 4). Assente il responsabile dell’Urbanistica, Luca Montuori, restano solo due giorni per completare l’iter. «Se saltasse la votazione - osserva ancora Pelonzi - il Comune potrebbe essere denunciato dall’impresa per danni».
Ma al di là del vulnus economico, Pd e centrodestra interpretano la «giornata surreale» dedicata all’autore delle
come una strategia per fare melina. Non solo. Nonostante le strette di mano e i sorrisi a favore di telecamera tra la sindaca Raggi e la candidata alla presidenza del Lazio, Roberta Lombardi, c’è chi sente puzza di sabotaggio. La ricostruzione della minoranza, con il capogruppo Pd Michela Di Biase, è che il rinvio sia un segnale di ostilità: uno sgambetto alla prima cittadina che, dopo la passerella all’Opera, sta riguadagnando consensi. Ma il capogruppo M5S, il lombardiano Paolo Ferrara, smentisce: «I lavori terminavano alle 14 e non abbiamo fatto in tempo a votare. La seduta è aggiornata a domani (oggi, e a sabato».