Al circolo Acquasanta il «Collare d’oro»
Il massimo riconoscimento sportivo sarà assegnato al circolo da Gentiloni e Malagò
Radici blasonate e cosmopolite, percorso leggendario, tradizione, giovani leve. E ora anche il «Collare d’Oro», massima onorificenza dello sport italiano assegnata dal Coni. Il Circolo Golf Roma Acquasanta si prepara a riceverlo prestissimo dalle mani del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, e del ministro dello Sport, Luca Lotti. Con loro ci saranno anche atleti e personalità di discipline diverse, alla presenza di Giovanni Malagò, presidente del Coni, e di Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
Il prestigioso riconoscimento arriva nella bacheca dell’esclusivo sodalizio romano dopo la «Stella d’oro» al merito sportivo del 1968, 147 titoli nazionali, e prima di una meta importante come la «Ryder Cup 2022», la gara tra le gare, l’evento che mette a confronto diretto i migliori giocatori di Europa e Stati Uniti. Si terrà a Roma nei campi del Marco Simone. «Un’opportunità per tutti, dove sarà importante fare squadra, accogliere i golfisti di ogni Paese e far conoscere loro la storia e le meraviglie dei nostri posti», spiega il presidente dell’Acquasanta, Silvano Plazzotta, alla vigilia della cerimonia che si terrà martedì prossimo nella Casa delle Armi al Foro Italico. Per il circolo più antico d’Italia tutto ha inizio nel gennaio 1903 con l’incarico affidato a mister Arthur Flach di individuare un percorso adeguato alle esigenze di gioco. I primi verbali delle assemblee dei soci sono redatti in lingua inglese (fino al 1929), e i primi soci sono soprattutto diplomatici inglesi e americani che si riuniscono nei rispettivi consolati. Indizi sufficienti per consolidare quell’aura di esclusività che l’Acquasanta lungo la via Appia ha mantenuto nel tempo, insieme al fascino blasé. «The Rome Golf Club» (il nome delle origini ndr) evoca un green naturale disegnato dalla campagna romana, e disteso all’ombra di un profilo archeologico e paesaggistico unico, tra l’acquedotto Claudio e il mausoleo di Cecilia Metella, con la cupola di San Pietro all’orizzonte.
I terreni dei principi Torlonia rappresentano l’imprinting aristocratico, alimentato dai principi Doria e Eugenio Ruspoli, dai conti Alfredo di Carpegna e Angelo Tommasi di Vignano tra i presidenti, e dall’elenco dei soci che annovera dai Borghese ai Pacelli, dai Colonna ai Pecci ai Barberini, e include perfino l’imprenditore-icona, l’avvocato Gianni Agnelli. Il primo presidente, il marchese Vanni, vegliava su nove buche, poi estese a 18 nel 1913. Galeazzo Ciano viveva il circolo come una
dépendance del ministero degli Esteri: fu risparmiato dai bombardamenti, e nel Dopoguerra iniziò a sfornare campioni entrati nell’albo d’oro del golf dilettantistico italiano, come Franco Bevione e Isa Goldschmid. A seguire, eccellenze del golf come Pietrino Manca, «il maestro dei maestri», Roberto Bernardini e Massimo Mannelli, che all’Acquasanta vinse l’Open d’Italia. Una lunga storia, tanti trionfi, un radioso futuro lungo la Regina Viarum.
Silvano Plazzotta «Tra 5 anni faremo conoscere ai golfisti di ogni Paese la storia e le meraviglie di Roma»