Ama, il triste record delle assenze
Ogni giorno, al netto delle ferie, 1.200 dipendenti restano a casa: il 15 per cento dei lavoratori
Ogni giorno 1.200 dipendenti dell’Ama (sul totale di 7.800) restano a casa dal lavoro: si tratta del 15,6% nel terzo trimestre dell’anno. Un record poco invidiabile, senza calcolare le ferie. Più dell’Atac, che già raggiunge il 13,5%, e più della stessa Ama nei due trimestri precedenti. Intanto i cassonetti sono come discariche e l’azienda ha chiesto aiuto all’Emilia Romagna per prevenire l’emergenza.
All’Ama nuovo, triste record dell’anno: ogni giorno 1.200 dipendenti (sul totale di 7.800) restano a casa dal lavoro. Il 15,6%. Più dell’Atac, che già raggiunge il 13,5%, e più della stessa Ama nei due trimestri precedenti all’ultimo esaminato: 14,9% tra gennaio e marzo e 14,8% tra aprile e giugno. Il dato è, dunque, in aumento.
I cassonetti come discariche, le strade ancora coperte di foglie, l’incubo di un’emergenza a Natale eppure sì, i numeri sulle assenze vero buco nero dell’organizzazione aziendale che fino ad ora nessuno, evidentemente, è riuscito a governare - resta eclatante. Anche perché, va precisato, le cifre si riferiscono alle assenze al netto delle ferie. Cioè, a quel 15,6% di media dell’ultimo trimestre considerato, per stabilire davvero in quanti non timbrano il cartellino complessivamente, vanno sommate le ferie che appunto, «per legge» precisa Ama, non vengono pubblicizzate online ma che comunque «sottraggono» altro personale al servizio.
I numeri nel dettaglio: 15,6% tra luglio e settembre, terzo trimestre 2017, i mesi estivi che però, come detto, vengono già considerati senza vacanze. Si arriva a questa cifra sommando i vari giustificativi: 5,69% assenze per malattia, 1,69% per infortunio (in crescita rispetto all’1,32% di inizio anno), 1,49% per maternità, il 6,74% per «altri motivi». E ciò che più pesa tra questi «altri motivi», precisa sempre Ama, sono i «famosi» permessi per la 104, la legge che consente l’astensione dal lavoro per chi (tantissimi in questo caso) debba accudire parenti malati. Come anticipato il dato assoluto, 15,6%, è comunque il più alto dell’anno: tra gennaio e marzo e poi tra aprile e giugno, infatti, si calcolavano tassi di assenza rispettivamente del 14,9 e del 14,8%.
Una battaglia, quella contro l’assenteismo cronico, che ingaggiò - tra gli altri anche l’ex capo di Ama (in epoca di Ignazio Marino sindaco) Daniele Fortini, che denunciò dati «ben oltre la media nazionale» richiamando l’attenzione sopratutto sull’anomalia della 104. Rispetto a quell’epoca, va detto, il trend pare migliorato: tra il 2015 e quest’anno punte del 17% non si sono più raggiunte. Il fatto, però, è che la media degli assenti, con una città sempre sull’orlo dell’emergenza, resta altissima, e quest’anno anche in crescita. Situazione ancora più eclatante considerando il paragone con Atac, l’altra municipalizzata ciclicamente al centro delle polemiche anche per le assenze che comunque, in generale, restano inferiori: 13,51%.
In un caso e nell’altro, Ama e Atac, manca il personale ma anche i mezzi. L’ultima gara per noleggiare strumentazione e camion per la raccolta dei rifiuti è andata deserta, nessuna offerta per nessuno dei dieci lotti, e così Ama corre ai ripari: promettendo gli straordinari ai lavoratori e, sul fronte dell’attrezzatura, appaltando il servizio a imprese private.
Sullo sfondo resta una fragilità impiantistica (aggravata dallo stop all’invio dei rifiuti in Austria e da un rallentamento della lavorazione negli impianti di Manlio Cerroni) che ha obbligato l’azienda a chiedere aiuto ad altre Regioni.
All’Emilia Romagna, in particolare, come ha svelato ieri il suo governatore Stefa- no Bonaccini del Pd: «Ci è arrivata una richiesta della Regione Lazio tramite l’azienda che gestisce lo smaltimento e il riciclo dei rifiuti - ha detto Bonaccini - e adesso l’assessore all’Ambiente la sta valutando: credo che ci sia la Capitale, in particolare, in grossa difficoltà in vista delle feste e ci chiedono se siamo disponibili a smaltire una parte di rifiuti in eccedenza su Roma visto il rischio emergenza».
«Certo è curioso - ha però voluto aggiungere il governatore - che proprio dalla Capitale governata dai 5 Stelle, che ogni volta ci fanno la morale sul tema dei termovalorizzatori, ci arrivi questa richiesta».