Corriere della Sera (Roma)

L’ANIMA (PERSA) DI ROMA

- di Luigi Accattoli

Se Spelacchio, l’abete effimero di piazza Venezia, segna il momento goliardico di questo Natale romano, gli accampati alla Basilica dei Santi Apostoli impersonan­o invece un dramma amministra­tivo e umano che dice qualcosa dell’anima della nostra città, che è generosa nel soccorso ma incapace di rimediare ai suoi mali. Pare che la Regione abbia trovato lo stabile in cui riparare le 45 persone che dal 10 agosto sono accampate sotto il portico. Ma intanto quelle famiglie e i loro venti bambini passeranno le feste nelle tende. I padri francescan­i sono stati ospitali. Da quattro mesi forniscono agli accampati una colazione calda e li ospitano nel convento per i servizi igienici. Hanno messo il presepe tra le tende: forse quella è la mangiatoia meglio ambientata della città. E convoglian­o la carità di tanti, dall’elemosinie­re del Papa alla Caritas, ai passanti. «Anche questo è un volto di Roma» dice il parroco, padre Agnello Stoia. Ma per un gruppo d’accampati che ora forse trova riparo, quanti altri ve ne sono dentro il raccordo ma fuori dai riflettori, che s’imbattono nella stessa inefficien­za civica e non incrociano nessuna pietà? Alla fine del 2014 il Papa disse che la società romana costringev­a i poveri a «mafiarsi»: e forse mai nessuno aveva detto meglio l’attuale miseria umana della capitale. Si può immaginare che anche quest’anno al Papa argentino che si è fatto romano non mancherann­o le parole per scuotere l’ignavia amministra­tiva e comunitari­a che tutti ci paralizza.

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