Corriere della Sera (Roma)

Il «bidone» del broker alla divina Kung

La fotografa che ha esposto anche all’Expo di Milano ha perso oltre tre milioni di euro

- di Giulio De Santis

Le fotografie del Pantheon l’hanno lanciata nell’Olimpo dei grandi artisti. E le stampe digitali su carta cotone di Castel Sant’Angelo e di piazza di Spagna hanno attirato migliaia di visitatori nelle sue mostre in giro per il mondo. Tra i momenti simbolo della Capitale, immortalat­i da Irene Verena Kung, mai è comparsa la cittadella giudiziari­a di piazzale Clodio, luogo dai ricordi amari per l’artista nata in Svizzera, ma roma- na d’adozione. In una delle aule del Tribunale, però, è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione Gaetano Paradiso, promotore finanziari­o il cui nome comparve anche nei file dei Panama Papers: era accusato di truffa per averle mandato in fumo un patrimonio di tre milioni e mezzo di euro. «Non c’è stato nessun raggiro, lo dimostrere­mo in appello», sostiene l’avvocato Livia Rossi, difensore di Paradiso.

La vicenda risale al 2009 quando la Kung, rappresent­ata dagli avvocati Giorgio Rusconi e Gabriele Casartelli, perde il padre dopo una lunga malattia. In quei giorni l’artista - le cui foto di alberi sono state esposte anche all’Expo stringe amicizia con Paradiso, cui affida una fetta del suo patrimonio. Dopo quattro anni, però, la fotografa ha un’amara sorpresa: dei fondi affidati a Paradiso non si trova più neanche un euro. Secondo il giudice, il dissesto sarebbe stato causato da un investimen­to in azioni senza valore.

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