I rifiuti non partono per l’Emilia E all’Eur il «porta a porta» fa flop
Problemi in molti quartieri. A Ostia protesta per il tritovagliatore
Dalla Regione Lazio Mauro Buschini, assessore all’Ambiente, si domanda: «Perché i rifiuti da Roma non sono ancora partiti verso gli impianti dell’Emilia?». La giunta Zingaretti aveva ottenuto il «sì» a accogliere 15 mila tonnellate di rifiuti della Capitale pensando a un eventuale emergenza durante le feste. Poi forse qualcosa si è inceppato: i grillini, che non vogliono i termovalorizzatori all’ombra del Colosseo, usano però quelli in Emilia? Autogol clamoroso. E allora Daniele Diaco (M5S) taglia corto: «Portarli in Emilia costa troppo. E poi Roma ha retto bene alle criticità natalizie». E si stanno studiando alternative (Toscana e Abruzzo). Intanto scoppia un altro fronte: all’Eur il «porta a porta» va in titl e a Ostia l’attivazione del tritovagliatore sempre negata da M5S - sta causando mal di pancia tra i grillini del litorale.
«Perché i rifiuti romani non sono ancora partiti per l’Emilia Romagna?». Se lo chiede l’assessore regionale all’Ambiente, Mauro Buschini. L’accordo con i colleghi romagnoli è stipulato, i quantitativi stabiliti, ma «Ama e Campidoglio esitano», sottolinea, augurandosi l’assenza di collegamenti con le polemiche degli ultimi giorni, con il M5S ad accusare il Pd (che guida l’Emilia) di strumentalizzare i guai capitolini e farsi pubblicità. «Voglio sperare non ci sia un collegamento con le polemiche politiche aggiunge Buschini -. Sarebbe grave e la città ne sta pagando un prezzo altissimo ed inaccettabile». E poi lo stop, netto, dal Campidoglio. L’immondizia in Romagna non ci va proprio. Motivo? Costi troppo elevati, «oltre 180 euro a tonnellata», taglia corto Daniele Diaco (M5S), presidente della commissione capitolina Ambiente.
Le alternative all’Emilia
«Roma ha retto bene», su questo fronte e le criticità post-natalizie sono in miglioramento secondo Diaco, che accusa anche gli amministratori emiliani di aver scatenato polemiche inutili, quando in realtà il Comune sta vagliando opzioni più convenienti, Toscana e Abruzzo. Quindi, per ora, niente rifiuti verso la terra delle piadine: una linea che rumors insistenti addebitano ai vertici nazionali del Movimento, uno stop ai camion romani verso regioni a guida dem che, a ridosso delle elezioni, sarebbe un assist imperdonabile. Soprattutto pensando allo smacco dell’immondizia in viaggio verso il discusso termovalorizzatore dell’ex grillino Pizzarotti, sindaco di Parma. Insomma, nessuna urgenza anche se il quadro sulle strade romane è mutato poco. Gli impianti sono comunque ancora pieni, fanno notare i sindacati, e le discariche improvvisate fioriscono nei quartieri.
Il porta a porta all’Eur
Altro punto interrogativo: all’Eur il «porta a porta» è tutt’ora in tilt, tanto che il Coordinamento dei Comitati del IX Municipio - già autori di esposti prenatalizi - sono pronti lunedì a passare alle denunce penali. E l’immondizia da qualche parte dovrà pur finire. Chiusa la via verso l’Austria, di alternative non ce ne sono molte. Per i sindacati circa 500 tonnellate non sono smaltite ogni giorno a Roma e i depositi straripano. E sono saturi pure quelli tra Frosinone e Latina. «È urgente uno sfogo esterno», concorda anche Natale Di Cola, segretario della Fp Cgil che già dall’11 gennaio annuncia incontri urgenti con il Campidoglio: «Troppi mezzi sono fermi nelle officine: serve subito un piano di efficientamento». Nelle festività l’Ama ha raccolto oltre mille tonnellate in più rispetto allo stesso periodo del 2017. Ma a Ostia in tanti pensano che il tritovagliatore appena acceso lavorerà gli scarti del X Municipio, ma anche un po’ di rifiuti romani. Il che aumenterebbe i mal di pancia sia sul litorale che soprattutto nella base grillina: «L’impianto non arriverà mai sul mare di Roma», avevano ripetuto i 5Stelle per mesi. Poi sappiamo come è finita.