Sessanta sindaci: no all’aumento del pedaggio sulla Roma-L’Aquila-Teramo. Domani un presidio
È scontro duro per l’aumento dei pedaggi sull’A24 (Roma-L’Aquila-Teramo) e sull’A25 (Roma-Pescara), gestite dalla società «Autostrada dei Parchi». Più di sessanta sindaci delle aree interessate di Lazio e Abruzzo sono in rivolta contro le nuove tariffe che penalizzano, ogni giorno, migliaia di pendolari. Per domani è programma un sit-in all’uscita del casello di Vicovaro-Mandela. La protesta, scattata con l’incremento del 12,89% partito dal 1° gennaio, è stata decisa dai primi cittadini della Valle Aniene e del Giovenzano (provincia di Roma), del Turano (Rieti) e dei territori abruzzesi del Carsolano e della Marsica. Con un documento inviato al premier Paolo Gentiloni, ai ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e dell’Economia, Per Carlo Padoan, ai presidenti delle due Regioni, i sindaci hanno fatto richieste precise sottolineando che si è deciso di «far fronte comune senza sosta, fino a quando chi di dovere non tornerà sui propri passi e gli aumenti siano congelati». In particolare, è stata chiesta l’immediata sospensione dei rincari, oltre alla declassificazione del tratto urbano della Roma-L’Aquila, dalla barriera di Roma Est fino all’intersezione della Tangenziale Est. Il testo è stato trasmesso anche ai prefetti di Roma, L’Aquila e Rieti. La vicenda sta scatenando una forte opposizione specie nella Valle Aniene, dove i pendolari per raggiungere Roma sono ora costretti a pagare, tra andata e ritorno, quasi 10 euro dal casello di Mandela fino a Lunghezza. Un aumento che, secondo gli amministratori locali, penalizza anche il turismo.