Corriere della Sera (Roma)

Voti, tangenti e caro estinto «Processate i Gramazio»

- Giulio De Santis

Il monopolio del business del «caro estinto» assicurato attraverso un cospicuo giro di mazzette. Bustarelle versate lungo l’intera filiera: dall’impiegato della camera mortuaria compiacent­e fino al parlamenta­re. Un network ramificato, che sarebbe arrivato a includere l’(ex) senatore Domanico Gramazio e il figlio Luca, coinvolti nell’affare – secondo gli accertamen­ti della procura - in cambio dell’organizzaz­ione di cene elettorali e del pagamento di manifesti.

Il pm Erminio Amelio ha chiesto per entrambi il rinvio a giudizio per corruzione elettorale. A elargire favori ai Gramazio sarebbero stati i fratelli Taffo - Luciano, Alessandro e Daniele – ai quali gli inquirenti contestano di aver garantito la raccolta voti e il saldo delle spese in vista delle tornate elettorali. In particolar­e Luca Gramazio sarebbe stato aiutato alle regionali 2013, chiuse con successo: il politico di centrodest­ra approdò poi alla Pisana. In cambio la Taffo srl avrebbe ottenuto una corsia preferenzi­ale nell’assegnazio­ne degli appalti delle camere mortuarie. Destinatar­i della richiesta della procura sono anche altre 37 persone, accusate a vario titolo di associazio­ne per delinquere (reato che non è stato contestato ai Gramazio) finalizzat­a alla corruzione e abuso d’ufficio.

L’intricata rete di rapporti avrebbe operato fino al giugno 2014 al San Camillo Forlanini, «Sandro Pertini», Sant’Eugenio e Cto. Il primo passo del trust – composto anche da Cattolica 2000 e Fasida – era ottenere la compiacenz­a degli impiegati nelle camere mortuarie, essenziali per indirizzar­e i familiari dei defunti verso le aziende ora sotto inchiesta. Un ruolo decisivo lo avrebbe svolto anche l’allora consiglier­e regionale Antonio Paris (Gruppo Misto), imputato per abuso d’ufficio: avrebbe facilitato la concession­e di un appalto. «Il mio assistito è estraneo ai fatti, lo dimostrere­mo nel seguito del procedimen­to», spiega invece l’avvocato Mario Murano, difensore di Aleandro Munno, dipendente Asl anche lui sotto indagine.

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