Corriere della Sera (Roma)

Studenti al prof: le scuse? È tardi

Abusi al liceo Massimo, studenti e docenti: da lui non accettiamo scuse

- Valeria Costantini

Massimo De Angelis ammette: «Mi ero innamorato, chiedo scusa a tutti». Così l’insegnante ha giustifica­to gli abusi sessuali su una studentess­a del Massimo. Ma dall’Istituto respingono le scuse: «Ha sbagliato e pagherà».

Per favore non identifica­telo con la scuola: siamo una grande famiglia

Il rapporto di fiducia con i ragazzi non può essere macchiato da un solo episodio

Difesa a oltranza Una mamma: «Resta un grande insegnante, quella “relazione” è un errore umano»

«Ha sbagliato e pagherà. Ma per favore non identifica­te quel prof con tutta la scuola. Siamo una grande famiglia». Sono trascorsi pochi minuti da quando è stata resa nota la confession­e di Massimo De Angelis, docente dello storico Istituto Massimo dell’Eur. «Mi ero innamorato, chiedo scusa a tutti»: così l’insegnante ha giustifica­to gli abusi sessuali su una studentess­a di 15 anni nell’interrogat­orio di garanzia in carcere a due giorni dall’arresto.

La campanella è appena suonata, ma i ragazzi della scuola dei gesuiti già sanno tutto. Sanno che lui non ha negato, sanno che le accuse non sono più solo presunte. Gli occhi ancora increduli sugli smartphone, i commenti basiti, lo choc e la consapevol­ezza di fatti non più solo ipotetici, anche se ancora al centro di processi futuri. «Siamo sconvolti ovviamente, anche dall’attenzione mediatica che ha travolto l’istituto che per noi è una casa». Sono i più grandi a parlare, gli studenti del liceo che tentano di raccontare la difficile situazione tra le aule del Massimo. Protettivi con gli alunni più piccoli, a cui bisogna spiegare il male che può esistere nel mondo, più vicino a volte di quanto si pensi. «Alcuni ragazzi più giovani hanno riferito di un divieto di parlare, ma vorremmo chiarire che ci è venuto spontaneo, nessun ordine è arrivato dall’alto», spiegano così il fronte unito del silenzio, scelto anche per tutelare la vittima.

La scuola è stata «presente e vicina, anche con la nostra compagna, una brava ragazza che non meritava certo tutto questo». Sottolinea­no che non condividon­o nemmeno la definizion­e «scuola dei vip» (al Massimo hanno studiato personaggi come Francesco Rutelli o Mario Draghi): «Siamo una grande famiglia piuttosto». Una mela marcia quel professore, secondo il coro di voci, che però non può e non deve infangare il buon nome del prestigios­o Massimo. «Inutile che si scusi, ha sbagliato e basta», il commento più diffuso.

«Io prego e spero che tutto passi in fretta - dice invece un collega docente - Il rapporto di fiducia con i ragazzi non può essere macchiato da un solo episodio». I genitori degli alunni sono ancora più increduli, loro che in quel professore riponevano una fede quasi cieca. Divisi come sono tra una condanna totale e il tentativo di giustifica­rlo. Alla notizia della confession­e, c’è ancora chi lo difende a spada tratta. «Resta un grande docente», ripete arrabbiata una mamma che non cambia idea nemmeno di fronte alla confession­e di quegli abusi che il docente chiama «relazione»: «È un errore umano», sentenzia.

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Il liceo L’ingresso dell’istituto Massimo, all’Eur: qui insegnava, il professore arrestato, Massimo De Angelis

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