Protezione civile, usuraio coi colleghi vicino al Palazzaccio
Funzionario aveva un milione in una scatola
L’usura con rate costanti da pagare in 20 settimane e metodo «a fermo» - che consentiva di slittarne una pagando una multa - negli uffici del Dipartimento della Protezione civile nazionale in via Ulpiano, a Prati, accanto al Palazzaccio. Prestiti da poche migliaia di euro che per un funzionario incaricato delle forniture del materiale di cancelleria si erano trasformati in una sorta di rendita inesauribile, assicurata perfino da vittime fra i suoi stessi colleghi. Altri funzionari, presentati sempre da dipendenti del Dipartimento, che tuttavia non riuscivano a saldare il debito e per questo, come tutti gli altri strozzati, finivano per essere multati dall’usuraio. Il 10 per cento in più della rata settimanale. Un’altra mazzata per chi, fra impiegati, ma anche commercianti e ristoratori soprattutto di Prati, arrivati a lui con un passaparola nel rione, già entrava in crisi poco dopo aver ottenuto i primi contanti. Soldi arrotolati e tenuti insieme con l’elastico che Stefano Galeffi, 59 anni, consegnava direttamente nel suo ufficio, utilizzato senza farsi troppi problemi anche per ricevere le vittime e incassare le rate mensili. Il sessantenne, che già ha precedenti di polizia per furto e lesioni, è stato arrestato dai carabinieri della compagnia San Pietro. Il gip Chiara Gallo ha disposto per lui la reclusione a Regina Coeli: gli è stato trovato più di un milione di euro. Per contare le banconote, nascoste nelle scatole delle scarpe, ci sono volute due ore.
Dieci le vittime accertate, col sospetto che siano 51 in «lista d’attesa» come spiegato dallo stesso funzionario. Il gip ne ha però riconosciute solo due, la collega dell’usuraio (incontrata nell’ex sala stampa), e un’altra persona che il sessantenne ha minacciato perché non saldava in tempo debiti suoi, nonché di amici e parenti che rappresentava. «Non ti voglio mettere paura, però se succede qualcosa, poi non te la venire a prendere con me. Se poi trovi qualcuno sotto l’ufficio o sotto da te, non te la venire a prendere con me», diceva Galeffi al giovane, fingendo secondo chi indaga - di rappresentare una terza persona che lo coordinava nell’elargire prestiti e nel tenere la contabilità. Con telecamere nascoste nell’ufficio del funzionario, i carabinieri hanno filmato gli incontri con alcune vittime. Video inequivocabili, come i foglietti con le «x» tracciate accanto alle rate pagate e i «no» a quelle non saldate consegnati dalla funzionaria agli investigatori dell’Arma.