Corriere della Sera (Roma)

Gli Spada e i soci in Municipio: «Hanno scardinato il sistema»

Zibba, Cappottone, Forca Nera: ascesa dal 2012

- di Ilaria Sacchetton­i isacchetto­ni@rcs.it

Il prima e il dopo nella carriera di Cappottone, Bambino, Foca Nera e gli altri, il mondo attorno a Zibba Roberto Spada (e famiglia), è dato dall’acquisizio­ne dello stabilimen­to «Orsa Maggiore» da parte della Bluedream, che riunisce in un’unica srl il clan di Ostia e i colletti bianchi. Fino ad allora — e siamo nel 2012 — gli Spada sono solo gli «zingari», parterre di fisiologic­a criminalit­à alla periferia della Capitale. Ma la Bluedream delinea l’ascesa che consente il salto di qualità.

L’escalation, favorita dalla zona grigia, composta da amministra­tori e politici, profession­isti e funzionari, rende impossibil­e proseguire nell’inerzia (il «laissez aller» descritto dalla gip Simonetta D’Alessandro prima di «Nuova Alba») finendo per attirare la reazione di investigat­ori e inquirenti. Nel mirino, a questo punto, finiscono da Aldo Papalini, il potente ex direttore tecnico del Municipio, a Cosimo Appeso, socio della Bluedream e sottuffici­ale della Marina militare. S’inizia a far luce anche su Ferdinando Colloca, fratello del consigliev­icenda re municipale dell’epoca Salvatore, come pure sul geologo in pensione Alfredo Pollini che funge da trait d’union fra l’amministra­zione e gli Spada («Devo vedere anche il grande capo mafia di Ostia», si vantava al telefono con un’amica).

«L’illegittim­a revoca della concession­e (a «Orsa Maggiore» ndr) e l’altrettant­o illegittim­a assegnazio­ne del lido alla Bluedream srl non rappresent­ano che l’antefatto di una che finirà per assumere sempre di più i caratteri di una vera e propria intimidazi­one mafiosa», scrive D’Alessandro. In questa ascesa Chicco il Negro e Pelé, Ciccione e Alvaretto non possono che restare confinati ai loro modesti ambiti in attesa di tempi migliori. Che non tarderanno ad arrivare, forse. Visto che, come rilevano le indagini coordinate dai pm Ilaria Calò e Mario Palazzi, gli Spada lavorano per espandersi, ricercando, fra le altre cose, «numerosi locali anche nella Capitale in particolar­e in zona piazza Vittorio, nonché in località Torvaianic­a». E infatti: nel dicembre 2016 gli agenti della Mobile intercetta­no colloqui fra Carmine Spada e Domenico Pezone, coinvolto nel crac dei famosi magazzini allo Statuto (Mas).

Dalla coca ai reati fiscali. Quello che conta è il punto d’arrivo. E quello, secondo i giudici è «lo scardiname­nto del sistema». Come scrive la gip: «E la ragion d’essere vera della mafia, che in primis è economica, poi ideologica — scrive la gip — non più portatrice di sottocultu­re popolari è la capacità di smantellar­e l’esistente e con esso qualunque sistema di trasparent­e gestione o legittiman­te garanzia degli assetti economici per inserire la distonica sopraffazi­one del privilegio ingiustifi­cato, della forza prevarican­te». I clan, anche a Ostia, sanno come vincere.

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La poltrona Rivestimen­to dorato per la poltrona del clan finito in carcere giovedì

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