Piedi caldi e occhi di ghiaccio Leiva, il guerriero della Lazio
Ora pure rifinitore (5 assist). Pronto a sfidare Biglia
Ha conquistato Anfield Road, un tempio. Non può spaventarlo San Siro, benché sia pure questo un luogo sacro del calcio. Ogni volta che c’è l’occasione, a Liverpool si ricordano di Lucas Leiva, il guerriero che per dieci anni ha tenuto alto il nome dei Reds: segno di un amore profondo. Gli sono stati sufficienti pochi mesi per diventare un punto fermo anche nella Lazio. E domani c’è questa nuova sfida, che per lui è diventata addirittura doppia: contro il Milan, una grande; contro Biglia, che l’ha preceduto in biancoceleste nello stesso ruolo.
Già, Biglia. Quando se n’è andato, in piena estate, lo hanno accompagnato volti affranti: come potremo rimpiazzarlo? Erano preoccupati, all’interno e attorno al mondo biancoceleste, anche se Tare andava rassicurando sulle doti di questo esperto brasiliano che aveva preso per una manciata di milioni in Inghilterra. La stagione ha dato torto a tutti e ragione al d.s.: i 5 milioni spesi per Leiva fanno, in mezzo al campo, più figura di quel Biglia per il quale i rossoneri hanno sborsato quattro volte tanto, quasi cinque.
La Lazio ci ha dunque guadagnato. Leiva è diventato l’uomo decisivo per la gestione del gioco biancoceleste. Rompe le manovre avversarie, e lo immaginavamo, ma dà anche un aiuto fondamentale alla costruzione, detta i ritmi, dà i tempi. A Liverpool, nell’ultimo periodo, era caduto un po’ in disgrazia, tanto che Klopp lo utilizzava a volte come difensore centrale, quasi vedesse esaurita la sua parabola da centrocampista d’alto livello. Invece a Roma è diventato perfino rifinitore (e questo ha davvero del sorprendente): non a caso ha aggiunto anche cinque assist al molto lavoro, spesso sporco e quasi invisibile, che svolge.
Lucas Leiva dice che a San Siro la Lazio va per vincere: «Perché abbiamo le qualità per riuscirci». E ha in un angolo della mente un’altra battaglia da vincere: tornare in Nazionale, proprio alla vigilia dei Mondiali. Il guaio è che non gioca una partita con la Seleçao da più di cinque anni, novembre 2013: «Ma se continuo a fare bene nella Lazio, chissà».