Appunti di viaggio (in musica) per Lina Sastri
«Appunti di viaggio» da domani alla Sala Umberto
essendo io molto giovane, non mi rendevo conto dell’importanza di quell’incontro, me ne sono accorta in seguito». E infatti, negli anni successivi, molti anni dopo la scomparsa del grande drammaturgo, Lina ne ha interpretato il capolavoro, Filumena
Marturano, a fianco di Luca De Filippo.
«La musica, invece, ha preso spazio nella mia storia artistica in una fase successiva. Non ho mai pensato di fare la cantante, non ho studiato musica, non la conosco... Tutto è arrivato per caso. Però il mio è un modo di fare musica che non è solo cantare, è fare teatro. Quando canto — aggiunge l’attrice — ripenso a mia madre: aveva una bellissima voce, pur non essendo nemmeno lei una professionista del settore, era solo una semplice casalinga, ma cantava, cantava, cantava mentre sbrigava le faccende domestiche. Era un piacere dell’anima ascoltarla e per fortuna ho fatto in tempo a registrare la sua voce prima che morisse». E un viaggio nell’anima è quello che Sastri propone ogni sera, navigando a vista sull’onda delle emozioni accompagnata da Filippo D’Allio (chitarra), Gennaro Desiderio (Violino), Salvatore Minale (percussioni). «Se mi guardo indietro l’unico vero rammarico che ho è di non aver portato la melodia napoletana in giro per il mondo, ambasciatrice della nostra cultura». con Eduardo De Filippo e Giuseppe Patroni Griffi, poi il cinema con Nanny Loy che la volle in Mi manda Picone a fianco di Giancarlo Giannini.
«Sì, una vita affastellata — ripete Sastri — sempre in tensione per la mia ansia di libertà, la voglia di un’adolescenza che non avevo vissuto e, pure, il mio anelito religioso, la mia aspirazione all’assoluto: da ragazzina avevo un’autentica vocazione, credevo nella forza della fede che è un dono di Dio, e ci credo tuttora. Ma quando ho scoperto il teatro, si è materializzato un sogno, mi si è spalancato un orizzonte che non immaginavo e che mi ha condotto dove sono arrivata adesso. E pensare che da piccola non frequentavo le sale teatrali: la mia famiglia era modesta, popolare, semplice...». Uno snodo fondamentale, l’incontro con Eduardo: «Come potrebbe essere altrimenti? Solo che all’epoca,
Era una ragazzina di 17 anni, timida e scontrosa. «Avevo frequentato le elementari dalle suore e da piccola sognavo di farmi suora». Poi, però, il percorso di Lina Sastri prende tutt’altra direzione. Lo racconta in Appunti di viaggio, biografia in musica, spettacolo con cui l’attrice, o forse, cantattrice, è in scena alla Sala Umberto da domani al 18 febbraio, con un ensemble di musicisti, produzione dell’Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro. «È uno spettacolo nudo — dice Lina — non esiste un testo scritto ben definito, è quasi jazz, io parlo a braccio attraverso le mie esperienze personali, gli incontri artistici e anche quelli personali che hanno segnato la mia esistenza finora». Un racconto libero, sincero e volutamente scorretto, che non fa sconti a se stessa e a nessuno, un racconto vero affastellato di ricordi importanti: dal debutto in Masaniello alle prime esperienze
Voce Il mio modo di fare musica non è solo cantare, è fare teatro
Religione
Da piccola credevo nella forza della fede e ci credo tuttora