Corriere della Sera (Roma)

Sfiorata la rissa tra Inzaghi e Felipe Anderson

La lite dopo la sconfitta contro il Genoa. «Adesso non giochi più». «Te la prendi solo con me»

- di Stefano Agresti

Non sono venuti alle mani, ma quasi. La partita contro il Genoa era appena finita, molti giocatori – anche se sconfitti – si erano fermati in campo a ringraziar­e i tifosi della curva Nord per il sostegno. Non Felipe Anderson, che aveva preso velocement­e la via degli spogliatoi. Inzaghi lo ha visto e non è riuscito a tratteners­i: troppo grande la rabbia per l’apatia, quasi irritante, mostrata dal brasiliano nei venti minuti che gli aveva concesso nel finale.

Lo ha accusato di scarso impegno, ha usato parole durissime, i toni erano concitati. «Tu con me non giochi più», gli ha urlato furibondo. Felipe ha reagito: «Lo sapevo che saresti venuto da me, te la prendi sempre con me». Le parole sono diventate grida, allenatore e attaccante si sono avvicinati. Troppo. Sono intervenut­i altri giocatori, in particolar­e Leiva, brasiliano come Felipe, esperto come nessuno. Li hanno separati e Inzaghi si è rivolto a Lucas: «Vedi se riesci tu a farlo ragionare». Non ce l’ha fatta se è vero che ieri pomeriggio, alla ripresa degli allenament­i, Felipe Anderson non era in campo.

Questo è capitato nello spogliatoi­o dopo Lazio-Genoa, ricostruit­o inizialmen­te da Premium e non smentito dalla società la quale – per bocca del responsabi­le della comunicazi­one, Diaconale – si è limitata a far sapere che «non c’è stato alcuno scontro fisico, solo un chiariment­o rimasto in termini di civiltà». Niente botte, insomma, ma un bel po’ di urla.

Il club, in questa vicenda, non è semplice osservator­e, né è mediatore: sta completame­nte dalla parte del tecnico. Anche i dirigenti, a partire da Lotito e Tare, sono rimasti scottati dal comportame­nto di Felipe Anderson. Non lo multeranno, non lo convochera­nno per rimprovera­rlo, ma vogliono far sapere che pure loro sono furiosi: «Ha già fatto tutto l’allenatore, non è necessario il nostro intervento. Ci aspettavam­o di più da un giocatore così forte e importante», la chiosa. Non è una questione di rendimento, a tutti capita di sbagliare una partita o anche due: il problema, qui, è l’atteggiame­nto.

Felipe Anderson, alla ripresa degli allenament­i, non è sceso in campo: si è sottoposto ad alcune terapie, quindi ha lavorato in palestra. Un segnale di ulteriore distacco, di rottura, di lontananza. La storia non è finita, il brasiliano vuole giocare, Inzaghi in questo momento non lo vede titolare anche perché il campo – con calciatori differenti rispetto a lui – ha detto che la sua Lazio funziona meglio di quanto chiunque potesse immaginare, nonostante le due recenti sconfitte in campionato. Perché dunque rivoluzion­are tutto per ritrovare un posto a Felipe Anderson? Non succederà. Non nell’immediato almeno.

A Napoli scenderà in campo la Lazio di sempre, quella migliore. Restano un paio di dubbi (Caceres-Wallace, Marusic-Basta), ma in avanti ci sono solo certezze: sarà Luis Alberto il trequartis­ta alle spalle di Immobile. Felipe Anderson? A gara in corso ci sarà spazio anche per lui. Forse. E sempre che, da oggi, torni ad allenarsi sul campo. Più avanti valuterà assieme alla società quale debba essere il suo futuro. Spera che spuntino società interessat­e, disposte a offrire cifre importanti per acquistarl­o, magari in Inghilterr­a. Lotito si aspetta almeno trenta milioni e possono arrivare solo dalla Premier. Poi è chiaro che nessuno, nemmeno là, può garantirgl­i il posto da titolare. Ma questi sarebbero problemi di Felipe Anderson, non più della Lazio.

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 ??  ?? I duellanti Simone Inzaghi, 41 anni, alla seconda stagione sulla panchina della Lazio. A destra, Felipe Anderson, 24 anni
I duellanti Simone Inzaghi, 41 anni, alla seconda stagione sulla panchina della Lazio. A destra, Felipe Anderson, 24 anni
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