Corriere della Sera (Roma)

In centinaia a Montesacro per l’ultimo saluto a Massimo Urbani

- Ilaria Giupponi

Piove, ma le persone restano fuori dalla chiesa dei Santi Angeli Custodi per l’intera funzione. Sono centinaia. Un funerale «record»: così l’avrebbe chiamato Massimo Urbani, lo sciatore che domenica, assieme al suo amico Massimo Franzè, è morto a Campo Felice sotto una valanga. Il terzo, Amerigo Guerrazzi, è ricoverato in prognosi riservata, ma salvo. Sul feretro di Urbani, la piuma sul cappello da ufficiale della Guardia di finanza. Era anche questo, Massimo, oltre che docente ed esperto in contrattua­listica pubblica. «Se uno era stupido, glielo diceva; se era ladro, lo schifava; se era corrotto, lo minacciava», racconta Maurizio, il fratello maggiore. A incarnarne la solidità, la famiglia. Dignitosa, tutta d’un pezzo durante l’intera funzione. Viene proibito l’applauso: Paola, la vedova, preferisce più sobrietà. Eppure, quando parla il figlio, Federico, 24 anni, è dura tratteners­i: «Ogni volta che eri andato a sciare dicevi che era la più bella dell’anno. Mi auguro lo sia stata anche domenica». Una cerimonia ironica: «Massimo amava la vita, quindi: benvenuti alla sua festa!», apre don Mario. Non si può non ammirare la forza di mamma Rita: scuote la testa, ma non cede. C’è l’intero quartiere di Montesacro, la comunità di Campo Felice e la quasi totalità degli abitanti di Ortona dei Marsi, dove la famiglia Urbani ha casa da generazion­i. Ci sono gli amici del circolo Aniene e moltissimi colleghi della Sapienza e dei vari istituti per i quali Urbani ha lavorato. Un uomo vulcanico, instancabi­le, brillante che prò adesso non c’è più.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy