Pochissimi a scuola i non vaccinati
In questi giorni c’è uno scambio di elenchi tra scuole e centri vaccinazioni delle Asl, tramite Pec, di chi ha aderito e chi no alle vaccinazioni obbligatorie per legge. «Le scuole hanno tempo fino al 20 marzo per inviare a coloro che non hanno adempiuto una nota per cui, solo da allora, scatteranno gli elementi di natura sanzionatoria». Lo rivela Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia delle sanità del Lazio, riferendosi al tema delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini da zero a sei anni. Secondo Davide Barillari (M5S), però, nella regione ieri sono stati respinti da altrettante scuole tre bambini. Uno di questi casi è a Zagarolo, gli altri sono nel resto delle province. Altre criticità, «una ventina - sostiene Barillari - si sarebbero verificate anche a Roma. Si è trattato ad esempio di contestazioni all’ammissione dei bambini in classe, non sfociate nell’allontanamento». Sempre ieri Barillari ha incontrato i rappresentanti del «coordinamento no obbligo vaccini». «Il tasso di copertura qui nel Lazio - ricorda D’Amato - ha superato il 97% per la fascia 0-6 anni, quella per cui viene indicato l’obbligo, che riguarda l’esavalente e la quadrivalente, le dieci obbligatorie. Le famiglie possono stare tranquille». «I dati che abbiamo (sui non vaccinati, ndr) sono molto bassi - osserva -. Quelli nati del 2015 erano oltre 46 mila e coloro che hanno rifiutato le vaccinazioni sono circa 30 unità». Parole condivise da Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio: «La situazione qui è abbastanza tranquilla: la nostra regione è tra quelle ad avere una propria anagrafe vaccinale. La stima è che saranno molto pochi quelli a non trovarsi in queste condizioni». «I figli dei no
vax sono già stati esclusi da asili nido e scuole dell’infanzia sin da settembre 2017 precisa Rusconi - mentre i figli dei no vax di elementari, medie e biennio delle superiori dovrebbero avere una multa da 100 a 500 euro, ma continueranno a frequentare la scuola».