Cisterna, ora la mamma è fuori pericolo
La donna esce dalla terapia intensiva, il dolore da affrontare
San Camillo La paziente è ricoverata sotto stretto controllo di medici e psicologi
Con le psicologhe comunica a gesti. Con espressioni del volto e degli occhi, soprattutto, ma anche muovendo le mani e le braccia. Antonietta Gargiulo è, però, una donna sconvolta.
Da pochi giorni due specialiste del reparto di psicologia del San Camillo le hanno detto che il marito, Luigi Capasso, ha ucciso le sue due bambine Martina e Alessia (7 e 13 anni) prima di togliersi la vita nella loro casa di Cisterna di Latina. Da allora le psicologhe tornando regolarmente duetre volte al giorno per parlare ancora con Antonietta attorno alla quale i parenti hanno alzato un muro di protezione dagli estranei.
Ieri poi dalla terapia intensiva la trentenne ferita a colpi di pistola dal marito carabiniere dal quale voleva separarsi è stata trasferita nel reparto di chirurgia generale: le sue condizioni sono migliorate nettamente, è fuori pericolo, anche se la riabilitazione sarà lunga e i medici si sono riservati sulla tempistica che la porterà alle dimissioni. Antonietta, anche se sa tutto quello che una madre non vorrebbe mai sapere, non può ancora parlare. Potrà farlo solo quando la ferita alla mandibola, provocata da uno dei proiettili che miracolosamente non l’hanno uccisa, migliorerà anch’essa. Nel frattempo i medici cercano di tenerla sedata il più possibile. Ci sono da smaltire i residui delle anestesie alle quali è stata sottoposta durante gli interventi chirurgici e poi la permanenza in rianimazione. Ma soprattutto la moglie dell’appuntato ha appena cominciato il doloroso percorso di consapevolezza di quello che è successo. Accettarlo non sarà probabilmente possibile, visto che proprio lei aveva denunciato il marito chiedendo protezione. Perché – e questo è un altro punto che le psicologhe stanno affrontando con la massima delicatezza – Antonietta non ricorda nulla di quanto accaduto nel garage della sua abitazione, quando il marito l’ha aspettata per spararle all’alba del 28 febbraio scorso. Lei come ogni mattina era scesa nella rimessa per andare a lavorare alla Findus di Cisterna. Da quel momento il buio è calato su di lei e su tutta questa tragica vicenda.