Europa League, anche la Lazio tenta l’impresa
A Kiev Anderson e Immobile per i quarti
È tempo d’Europa, gli arbitri per una volta restano sullo sfondo «anche se sono contento che qui la Var non ci sia», chiarisce Inzaghi, l’allenatore anti-moviola. Nemmeno la dimenticanza di Arsene Wenger scuote il tecnico della Lazio, troppo concentrato sulla Dinamo Kiev per catapultarsi in una polemica a distanza con il manager dell’Arsenal il quale non ha inserito i biancocelesti tra i favoriti in questa coppa. «Ha citato società più blasonate e che spendono più di noi», sospira Simone. E chiosa: «Ma negli ottavi ci sono anche altre squadre, come la nostra, che sono qui con merito».
La Lazio crede nella possibilità di superare il turno, anche se è necessario vincere e anche se mancherà Milinkovic-Savic, spesso decisivo. «Purtroppo è dovuto rimanere a Roma». Non sta bene, è affaticato, dovrebbe recuperare per la partita di domenica sera contro il Bologna. Ma a Kiev, in una partita che vale i quarti di finale (i biancocelesti li hanno raggiunti appena una volta negli ultimi 15 anni), l’allenatore dovrà trovare una soluzione alternativa. Ha le idee chiare, anche se si tiene aperta un’alternativa. Dunque: davanti la coppia sarà Felipe Anderson-Immobile, il dubbio riguarda l’interno sinistro di centrocampo, «Luis Alberto è in ballottaggio con Murgia». Lo spagnolo è appena diventato papà per la seconda volta, «comunque sta bene, è pronto a darci una mano».
Servirà una Lazio differente rispetto alla gara d’andata, una delle peggiori della stagione, anche se è stata raggiunta soltanto nel finale con un tiro da lontano spettacolare e forse anche un po’ casuale. «La Dinamo è una buona squadra, ha grande tradizione, ha calciatori che sanno fare entrambe le fasi. Davanti è pericolosa, noi dovremo cercare ovviamente il gol ma senza sbilanciarci troppo perché potremmo subire le loro ini- ziative, la loro qualità». Occorrerà una piccola impresa, insomma, perché vincere a Kiev non è affatto semplice. Ma la Lazio ha un’arma che Inzaghi ritiene possa essere determinante. Non è nelle gambe, ma nella testa, o forse addirittura nello stomaco: «Siamo affamati, vogliamo vincere, intendiamo prenderci qui i quarti di finale: ci proveremo in ogni modo».
Per Inzaghi quello di ieri è un giorno speciale, benaugurante: esattamente 18 anni fa segnò al Marsiglia 4 gol in una sola partita di Champions. «È un ricordo che mi porto dentro e sarà così per sempre». Anche stavolta a Kiev servirebbe qualcuno capace di farne tante, di reti. «A disposizione ho quattro attaccanti, poi c’è Luis Alberto, mi aspetto che qualcuno ci regali i gol necessari a qualificarci».
Se poi sarà uno tra i titolari Felipe Anderson e Immobile, oppure uno tra i rincalzi Nani e Caicedo, conta poco.
Il tecnico Dobbiamo trovare il gol ma senza sbilanciarci. La Dinamo ha qualità, noi ci proveremo fino in fondo