Atac, sul concordato la grana degli edifici
Un dirigente Bnl sospettato di pressioni sul piano
Un sì condizionato. Il parere della procura della Repubblica sul concordato della municipalizzata dei trasporti (1 miliardo e 276 milioni di debiti) dovrebbe essere positivo ma nel rispetto di alcune condizioni. In particolare, potrebbero esserci dei dubbi sulle stime degli asset immobiliari dell’Atac, effettuate dalla «Real Estate Advisory Group sr», così come vengono esposte nel piano: queste stime potrebbero essere da rivedere. Intanto dagli atti della procura di Bari sul crac della Ferrovie Sud Est emergono pressioni nella gestione della crisi Atac tramite Giuseppe Maria Pignataro, Responsabile mercato P.A. direzione centrale di Bnl Roma.
Un sì condizionato. Il parere sul concordato della municipalizzata dei trasporti (1 miliardo e 276 milioni di debiti) dovrebbe essere positivo ma nel rispetto di alcune condizioni. I magistrati intendono vincolarlo ad alcune prescrizioni, una delle quali riguarda le modalità di pagamento del macroscopico debito nei confronti del Campidoglio.
Il Comune di Roma non può avere la precedenza rispetto alla platea dei creditori comuni e dunque questo aspetto del piano andrà, probabilmente, riformulato. Allo stesso tempo, potrebbero esserci dei dubbi sulle stime degli asset immobiliari dell’Atac così come vengono esposte nel piano. Un capitolo (importante) del concordato che potrebbe non convincere pienamente. L’azienda che nell’elaborato si impegna a fornire un «incremento quantitativo dell’offerta chilometrica» aveva anche sottoposto i suoi immobili ad alcune stime della «Real Estate Advisory Group sr». Ebbene quelle stime potrebbero essere da rivedere.
Il concordato prospetta una doppia strategia per pagare i creditori. Da un lato l’azienda si offre di pagare «il 31% del valore nominale del credito chirografario». Dall’altro si propone di coprire un ulterionale». re 30% con il ricorso a «strumenti finanziari partecipativi». E questo è ritenuto accettabile.
Nel concordato l’Atac si dimostra capace di fare autocritica: «L’azienda — si legge nel piano — non è stata in grado di generare cassa da destinare all’investimento in misura sufficiente al rinnovamento del parco mezzi». Ora però si tratta di voltare pagina, cosa che l’azienda promette di fare anche con un piano di ridimensionamento dei costi di gestione del personale come pure di contrasto al fenomeno dell’assenteismo. « L’incremento dell’orario settimanale (da 37 a 39 ore, ndr )—è scritto nel piano —per tutto l’organico aziendale, stabilito con l’accordo sindacale, ha come effetto diretto di ridurre il ricorso al lavoro straordinario con conseguenti risparmi in termini di costo del perso- Il concordato Atac ha avuto e ha i suoi nemici. A poche ore dal pronunciamento dei giudici sul piano della municipalizzata romana si scopre che un dirigente della Bnl, Giuseppe Pignataro, responsabile dell’area pubblica amministrazione, indagato per il crac delle Ferrovie Sud est a Bari, avrebbe esercitato pressioni contro il concordato. Perché? L’ipotesi del Nucleo di polizia economico finanziaria di Bari è che intendesse privilegiare il credito della Bnl a danno degli altri creditori. E che, per farlo, l’indagato cercasse «con ogni mezzo di manovrare e dirigere l’attività dell’advisor finanziario di Atac» Stefano Vittucci, figlio del curatore del procedimento delle Ferrovie.
Pignataro, per il quale i magistrati baresi avevano chiesto l’arresto, è stato interdetto dalle sue funzioni per un periodo di 12 mesi. Per accertare che non ci siano state interferenze illegittime sul concordato Atac, il procuratore aggiunto di Roma, Rodolfo Sabelli, ha avviato un’indagine. Al momento non sono ipotizzati reati, tantomeno ci sono iscritti sul registro degli indagati ma le carte della procura di Bari, acquisite agli atti, potrebbero dire di più.
L’accordo La firma da parte dei giudici è vicina: ultimi ostacoli