Performance choc contro la geolocalizzazione Artista si fa «trafiggere»
Un uomo accasciato a terra, immobile e trafitto alle spalle dall’icona rossa che chi usa uno smartphone ha imparato a riconoscere come simbolo della geolocalizzazione. È l’ultima performance dell’artista Canz-52, avvistata ieri a Vigne Nuove e a largo Arenula, tra lo spaesamento e la curiosità dei passanti.
Passeggiare tranquillamente e all’improvviso ritrovarsi davanti un corpo esanime, con il viso rivolto verso il marciapiede e la schiena sanguinante, è un’esperienza che non può lasciare indifferenti. Ma impressionare è proprio l’obiettivo Canz-52, artista attivo a Roma da vent’anni con incursioni di guerrilla art passate alle cronache (come il «Nasone dorato», spuntato sei mesi fa su via Tuscolana, per denunciare gli sprechi di acqua a Roma). Così canz-52 ha deciso di confezionare l’opera-fantoccio e abbandonarla in strada, ieri mattina. Prima in periferia, sotto le alte torri di Vigne Nuove, e poi in centro tra largo Argentina e largo Arenula. «Rappresenta un uomo vittima della tecnologia – commenta l’artista –,colpito a morte dall’icona della geolocalizzazione, uno strumento capace di raggiungerci ovunque: basta avere un telefonino o identificarsi su tablet e pc». Ma non è un attacco contro l’innovazione high tech, garantisce: «Piuttosto è l’invito a interrogarsi sui cambiamenti che comporta, in particolare sulla privacy. Ad esempio, se mia madre avesse potuto controllare dal telefonino tutti i miei spostamenti forse da adolescente non avrei passato tanto tempo a disegnare graffiti per strada e oggi non sarei l’artista che sono». Non tutti però hanno subito capito che si trattava di un’installazione di arte urbana. «Qualcuno si è spaventato – racconta Canz-52 – ma la maggior parte dei passanti ha colto il messaggio e innescato il meccanismo pop che mi aspettavo: foto, selfie, condivisioni online. Per un’arte a portata di tutti».