Boom di turisti mordi-e-fuggi
Ricerca Airbnb: +22 % di ospiti. A otto su 10 piace l’idea che si faccia l’affitto breve
Secondo una ricerca di Airbnb nel 2017 gli ospiti delle strutture prenotate attraverso il portale sono cresciuti del 22%. E otto romani su dieci sono pronti ad affittare la propria abitazione come b&b o casa vacanza. Intanto aumenta anche il mercato immobiliare: l’anno scorso 32 mila compravendite, + 34%.
Otto romani su dieci sono favorevoli all’ « home sharing», ovvero alla possibilità di trasformare la propria abitazione in un b&b o in una casa vacanze, integrando così il proprio reddito. È il dato più significativo di una ricerca effettuata da Airbnb su Roma, interrogando non i propri associati o chi svolge questo tipo di lavoro ma quella parte di abitanti che non esercita alcuna attività ricettiva. Tuttavia, pur se la maggior parte della popolazione è favorevole (81%), non mancano i contrari, sono soprattutto i romani di oltre 50 anni.
Fra le ragioni per cui i nostri concittadini sono disponibili c’è l’innovazione: «Il modo di viaggiare sta cambiando - hanno detto in molti - e Roma non può permettersi di restare indietro alle altre capitali europee». Ma tre romani su quattro sono contrari (il 55%) o non ritengono che sia necessario (il 18%) aggiungere ulteriori regole alle attuali normative sugli affitti brevi, anche se per tutti il tema delle leggi resta centrale. C’è però chi vorrebbe che anche i b&b e le case vacanze fossero soggetti alle stesse regole degli alberghi, mentre chi è contrario a nuove norme le vedono come un modo per impedire alle moderne forme di ospitalità di affermarsi.
In ogni caso nella capitale nuove strutture ricettive crescono: secondo i dati di Airbnb nel 2017 gli annunci sono stati 29 mila, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Quasi quattro sono state le notti medie di permanenza (una in più rispetto agli alberghi); un milione e 400 mila gli ospiti con una crescita del 22% sempre rispetto l’anno precedente. Così gli «host», coloro che utilizzano
la loro casa anche per fare attività turistica, si sono riuniti in associazione: il primo convegno nazionale per la nascita di «Host+host» si è appena svolto a Roma, chiedendo un maggior ascolto da parte della politica, ritenuta «miope finora rispetto al fenomeno».
L’associazione nella capitale è in qualche modo attiva da due anni, ma è ufficiale a Roma e nel Lazio solo da sei mesi a questa parte: «La regolamentazione nel Lazio stava cambiando - spiega la presidente di Host Roma e Lazio Emanuela Marino - e abbiamo iniziato a scambiarci informazioni. La normativa è molto complessa - aggiunge - perché ce ne sono una nazionale, una regionale e una comunale: quindi noi vorremmo un “testo unico” o comunque una normativa accessibile e fruibile, mentre ora è frammentata in più parti». Favorevoli o contrari all’accordo annunciato dall’assessore capitolino Adriano Meloni per cui la tassa di soggiorno si pagherà direttamente attraverso i portali? «Favorevoli - risponde Marino, che esercita l’attività turistica con una casa vacanza - perché è una comodità il fatto siano direttamente i portali a prendere la tassa e a versarla».
Tornando ai dati, «Roma è la prima città in Italia come numero di strutture ricettive extra alberghiere - aggiunge ancora la presidente di Host - È giusto che ci siano regole semplici e chiare anche per strutture diverse. In particolare per incentivare questo tipo di turismo e non ostacolarlo».
E c’è anche un extra per chi dormirà d’ora in poi nei b&b della città: i turisti avranno in omaggio le «piantine» del quartiere dove risiedono con tutte le informazioni utili, ristoranti e negozi consigliati. «Noi promuoviamo il territorio - conclude Marino - quindi anche gli artigiani e le eccellenze italiane del luogo. Così consigliamo i posti da frequentare e le cartine saranno utili ai turisti anche per muoversi nella zona».
La richiesta La neonata associazione di settore Host+host chiede maggior ascolto da parte della politica