Neve, alberi crollati e abbandonati
Dal 26 febbraio nessuno ha rimosso tronchi e rami sui marciapiedi: pericoli dai Parioli a Prati
Dalle buche al verde pubblico: sono i rami caduti, decimati dal maltempo di fine febbraio, l’ultima evoluzione dell’effetto «pollaio». Abbandonati, e non ancora raccolti ormai da settimane. Il I e il II sono i municipi più colpiti: qui gli alberi hanno in media tra gli 80 e i 90 anni. Nel frattempo, da via Cristoforo Colombo al Villaggio Olimpico si moltiplicano gli avvistamenti di boscaioli metropolitani: rom o senza fissa dimora che, armati di sega, tagliano i tronchi per rivenderli ai ristoranti con forno a legna. Ma dal dipartimento Ambiente assicurano che, già dalla scorsa settimana, gli interventi di rimozione sono stati intensificati anche con il contributo di Ama.
Dalle buche al verde pubblico: sono i rami caduti, decimati dal maltempo di fine febbraio, l’ultima evoluzione dell’effetto «pollaio». Cataste di fronde ammucchiate sui marciapiedi per settimane: delimitate ora con la rete di plastica arancione, ora con il nastro bianco e rosso in stile scena del crimine, che dopo un po’ implodono su se stesse. Nella città più verde d’Europa, il problema si concentra soprattutto nel I e II Municipio: qui l’età media degli alberi è di 80-90 anni, a differenza di altre zone di recente urbanizzazione.
La fragilità delle piante che soccombono ai temporali e collassano sotto il peso della neve racconta di un patrimonio arboreo indebolito anche dalla scarsa manutenzione. Prova ne siano i cadaveri vegetali che si incontrano per strada. In via Mercadante, vicino a Villa Borghese, un groviglio di tralci ancora verdi è legato a mo’ gomitolo a una palina dell’autobus. Se non fosse che il nastro giallo con il logo di Roma Capitale si è afflosciato: segno che la soluzione approntata nell’immediato deve essersi trascinata oltre il dovuto. Pochi metri più in là un albero si è ripiegato su se stesso al punto di invadere la carreggiata. Dal Pinciano ai Parioli, è un’ecatombe. Giorni fa in via Gualtiero Castellini si è sfiorato l’incidente: mentre correva, un bambino è inciampato nei rami affastellati sul marciapiede tra due panetterie rischiando di ferirsi a un occhio. A Porta Maggiore carcasse di pruni e pini marittimi occupano le aiuole, mentre la recinzione che dovrebbe interdire la zona è venuta giù: l’unico rimasto in piedi è il triangolo con l’omino che segnala «lavori in corso». Nel rione Esquilino il grande pino caduto nel parco di via Statilia, a ridosso dell’Acquedotto neroniano, è lì da mesi. Le radici hanno ceduto e la buca nel terreno si è trasformata in una discarica d’immondizia. Ceppi recisi e fogliame a terra anche in via Giovanni Nicotera, nel quartiere Prati, che fanno pendant con l’asfalto dissestato. Nel frattempo, da via Cristoforo Colombo al Villaggio Olimpico si moltiplicano gli avvistamenti di boscaioli metropolitani: rom o senza fissa dimora che, armati di sega, tagliano i tronchi abbandonati per rivenderli ai ristoranti con forno a legna. Ed ecco che i rovistatori, dopo la pesca di chincaglieria e abiti usati nei cassonetti, si reinventano commercianti (abusivi) di combustibile.
Anna Vincenzoni, assessora all’Ambiente nel I Municipio, denuncia le criticità nel suo territorio: «Dopo 20 giorni molte strade sono ancora invase dai rami e molti giardini sono ancora chiusi, come piazza di Santa Maria Liberatrice, dove un albero è caduto sull’area giochi. Dopo tutto
La sindaca Raggi «Siamo al lavoro per regolamentare la collaborazione tra cittadini e Comune»
questo tempo bisogna sistemare la città, in giro c’è ancora la devastazione». Nel II Municipio, i cittadini si arrangiano con l’autofinanziamento per ripiantare gli alberi: solo in via Filippo Civinini, vicino a piazza Euclide, ne mancano 45. Dalle stime dei residenti per sostituirli servirebbero tra i 150 e i 220 euro ciascuno tra acquisto, trasporto e messa a dimora. Il Comitato di piazza don Minzoni, che ha già provveduto alla riqualificazione di Villa Balestra e delle aiuole di via Lisbona, per ora è l’unico ad aver ottenuto l’autorizzazione del Comune. Sono ancora in attesa gli abitanti di piazza San Saturnino e l’associazione Amuse. La sindaca Raggi apre alla proposta, sul Corsera di ieri, di 113 associazioni che chiedono un regola- mento per superare la burocrazia e collaborare alla manutenzione di Roma: «Vogliamo che sempre più cittadini si prendano cura del bene comune. Siamo al lavoro per cercare di regolamentare le forme di collaborazione tra cittadini e amministrazione».
«Ma il vero problema — osserva Federica Alatri, degli amici del II Municipio — è la mancanza di un vero piano del verde». Dal dipartimento Ambiente fanno sapere che dopo una prima fase in cui si è data la priorità alla riduzione del rischio con la potatura dei rami pericolanti, già dalla scorsa settimana sono stati intensificate le rimozioni. La città, intanto, aspetta.