Mariam, stamane vertice in procura
Oggi vertice in procura. Nuovi rilievi autoptici. Identificati alcuni testimoni
«Sono molto arrabbiato per quello che è successo. Perché mia figlia Mariam era una ragazza dolcissima, non ha mai fatto male a nessuno. Era venuta in Inghilterra per studiare, per andare all’università. Per stare meglio». Mohamed Moustafa descrive così da Nottingham i sentimenti della sua famiglia, sconvolta dalla tragica fine della 18enne che fino a cinque anni fa viveva e studiava a Ostia, dove era nata. Con il passare dei giorni, con la polizia inglese che conferma di aver identificato alcuni testimoni, soprattutto ragazzi, che potrebbero aver assistito al pestaggio della studentessa di ingegneria al Nottingham College, sembra prendere quota la pista di un’aggressione a sfondo razziale, sebbene la sorella minore di Mariam, Mallak, non abbia escluso ieri che le autrici del pestaggio si possano essere sbagliate. Uno scambio di persona che la 18enne ha pagato a duro prezzo, mentre la società di trasporti della città esclude che la ragazza sia salita a bordo del bus dove è poi stata seguita dalla baby gang segnalando all’autista di trovarsi in pericolo.
Particolari di un’inchiesta complicata (una sola ragazza, di 17 anni, è stata interrogata e rilasciata dalla Nottinghamshirep oli ce)d ella quale adesso si interessa anche la procura di Roma che ha aperto un fascicolo per omicidio. Oggi vertice a piazzale Clodio con il pm Sergio Colaiocco e i carabinieri del Reparto operativo, che hanno ricevuto la delega a indagare e a chiedere alla controparte inglese la documentazione sul caso. Si procede con la vecchia rogatoria internazionale, ora ordine europeo di investigazione, e sono già stati presi contatti con l’ufficiale di collegamento di Scotland Yard a Roma. Fra gli accertamenti ci sono il coinvolgimento di una decina di ragazze nell’aggressione, ma anche i precedenti episodi di violenza che, secondo la madre della vittima, Nasreen, risalirebbero all’agosto scorso e il presunto caso di malasanità al Queen’s medical centre, dove non si sarebbero resi conto delle condizioni della 18enne, dimettendola.
Nel frattempo l’ambasciatore italiano a Londra, Sergio Trombetta, ha parlato con il padre di Mariam offrendo il sostegno italiano, compresa la nomina di un consulente di parte per il prosieguo dei rilievi autoptici, visto che la prima autopsia non ha fornito conclusioni definitive. Trombetta ha anche parlato con la controparte egiziana per agire in collaborazione con i colleghi del Cairo, che avevano già ricevuto una richiesta d’aiuto da parte di Mohamed Moustafa, «ma solo perché vogliamo che Mariam sia sepolta in Egitto», ha spiegato il padre della ragazza.
Sul caso è intervenuta ieri con un tweet la sindaca Virginia Raggi, per la quale «non si può morire per il bullismo. Da Nottingham arriva una notizia assurda e inaccettabile. Vicini alla famiglia di Mariam Moustafa». Oggi pomeriggio alle 16, davanti all’elementare «Eugenio Garrone» a corso Duca di Genova, a Ostia, si riuniranno gli amici di Mariam per ricordare la giovane con la quale hanno passato anni sui banchi di scuola, quando il papà gestiva una pizzeria sul lungomare.