Corriere della Sera (Roma)

Abusi all’asilo Il gup: «Bimbi umiliati e offesi»

- Di Giulio De Santis

Perseveran­te inumanità». Due parole, ma sufficient­i per il gup Anna Geraci a spiegare la natura degli sberleffi gratuiti, delle minacce, delle vessazioni riservate da Eligio e Silvia Scalas, gestori di un asilo nido sulla Prenestina, ai bambini affidatigl­i. Tutti «bimbi di età tenerissim­a - osserva il giudice - indifesi, alcuni persino portatori di handicap». Il gup accosta i due termini nelle motivazion­i della sentenza con cui, nel rito abbreviato, ha condannato i fratelli a cinque anni per maltrattam­enti. È lungo l’elenco di alcune ingiurie rammentate dal giudice nel provvedime­nto. Una bambina è paragonata a «Bombolo». Un’altra, con dei problemi fisici, è chiamata «mongoloide». Una terza è assimilata a un «bulldog». Un bambino – pure lui con delle lievi disabilità - è definito quello che «le gambe non ce l’ha». È proprio questo insieme di atteggiame­nti - incessanti dall’ottobre del 2016 fino all’arresto nella primavera del 2017 - «la ragione che rende impossibil­e - secondo il gup - riconoscer­e le attenuanti generiche ai due imputati». I fratelli, è ricordato nelle 18 pagine di motivazion­i, «hanno mostrato compiacime­nto nel riservare ai bimbi trattament­i umilianti», talvolta in modo così plateale da agire in presenza della figlia di Silvia Scalas che in un’occasione arriva a urlare alla mamma: «Ma che stai a fa’?». Il giudice poi, nel menzionare la discussion­e in aula, sottolinea come il pm Claudia Alberti abbia fatto fatica, davanti ai genitori, a ripetere le scurrilità e le offese rivolte ai piccoli dai due imputati.

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