Tassa soggiorno per Airbnb: sì della giunta
In arrivo misure più stringenti per gli operatori privati che affittano stanze o interi appartamenti ai turisti. Sono state approvate venerdì in giunta le modifiche al Regolamento per il contributo di soggiorno, che, come annunciato, sarà esteso anche agli affitti brevi prenotati sulle piattaforme online come Airbnb, Booking e simili. Tra i servizi addebitati al cliente ci saranno anche 3,50 euro al giorno di tassa di soggiorno, applicata fino a un massimo di dieci giorni, dopo i quali la permanenza non potrà più essere considerata temporanea.
L’atto d’indirizzo politico prelude alle convenzioni che dovranno essere firmate con i colossi della sharing economy. Il Campidoglio ne ha già sondato la disponibilità, ma gli accordi non sono ancora stati formalizzati. Cambierà anche la natura giuridica del soggetto privato che opera nel settore turistico: sarà equiparato a un agente contabile che, in caso di mancato versamento del dovuto alla pubblica amministrazione, ne risponderà in sede penale.
La riforma, oltre a far emergere il sommerso e tutelare la concorrenza, una volta a regime farà affluire nelle casse del Comune risorse stimate tra i tre e i quattro milioni di euro. Numeri calcolati in base alle locazioni turistiche che passano attraverso le piattaforme web: circa cinquemila, con una media di due turisti a prenotazione e 100 giorni di affitto nell’arco di 12 mesi.
Nel frattempo, il trend per le prossime vacanze pasquali fa registrare un incremento dell’8% di visitatori rispetto al 2017: volumi in crescita, secondo le ultime elaborazioni di Ebtl (Ente bilaterale del turismo del Lazio). Nasce proprio dalla fluidità del settore, che si caratterizza per una sempre maggiore diversificazione dell’offerta e dei target, il provvedimento varato dall’esecutivo M5S per modificare il vecchio Regolamento e uniformarlo sia alle norme nazionali, sia al Codice identificativo regionale sulle strutture ricettive extralberghiere, tra cui bed & breakfast e case vacanze.