Protesta anti Var, mille tifosi sotto la Figc
Cori e striscioni in via Allegri contro arbitri e Lega ma niente scontri «Siamo qua come 18 anni fa. Stanchi di assistere a errori clamorosi»
L’incrocio è vicino a quello di 18 anni fa. Questa volta la protesta è fra via Allegri e via Po. Lo striscione è simile: allora «Spareggio o guerra», ieri «Rispetto o guerra». La rabbia invece è identica, anche senza scontri con la polizia come accadde in quel maggio rocambolesco. D’altra parte uguali sono le motivazioni che hanno spinto ieri più di un migliaio di tifosi laziali a scendere in strada per chiedere giustizia sportiva.
Torti arbitrali ancora una volta, che con il passare delle settimane sono diventati da presunti a certi. Li hanno elencati tutti: «Fiorentina, Torino, Milan, Juventus, Cagliari, senza contare le partite portate a casa comunque, nonostante clamorosi errori», scrivono gli Irriducibili.
E se nel 2000 - anno dell’ultimo scudetto - sotto accusa finì l’arbitro Massimo De Santis di Tivoli per aver annullato inspiegabilmente il gol di Fabio Cannavaro in Juve-Parma, che avrebbe consentito ai biancocelesti di agganciare alla penultima giornata i torinesi in testa alla classifica, ieri nel mirino è finita la Var, con chi l’ha inventato e chi lo gestisce. «Per non essere complici di questi squallidi quanto miserabili giochetti di potere», twittano i laziali, che dietro allo striscione «Eccoci siamo qua, come 18 anni fa» hanno prima protestato davanti agli uffici della Federcalcio e poi si sono spostati in massa all’Olimpico per seguire il match contro il Bologna, entrando in curva Nord con un quarto d’ora di ritardo.
Cori contro tutti. Contro gi arbitri ma anche la Lega di serie A e il suo commissario straordinario, nonché presidente del Coni, Giovanni Malagò. «Oggi siamo qui come 18 anni fa, quando ci prendemmo uno scudetto, a difesa della Lazio. Ora ci riprenderemo quel che ci spetta. Stanchi di assistere a evidenti errori di una certa classe arbitrale ridicola e in malafede. Chi tocca un laziale?»