Il morbillo torna a fare paura: 108 casi nel 2018
Dopo la maglia nera del 2017, quest’anno siamo già al secondo posto. Peggio solo la Sicilia
Nonostante il bilancio terribile dell’anno 2017, nel Lazio non si riesce a frenare la corsa del morbillo. Neanche l’inserimento dell’Mpr (morbillo, parotite e rosolia) nel decreto sulle vaccinazioni obbligatorie sta aiutando. E la nostra regione, dopo aver tristemente vinto la maglia nera per numero di casi e di decessi lo scorso anno, nel 2018 è già al secondo posto con oltre cento ammalati: dietro solo alla Sicilia, dove si arriva a 177 e dove non molti giorni fa è morta una giovane di 25 anni.
In questi primi mesi del nuovo anno i dati continuano a essere sconfortanti. Al 31 gennaio di casi se ne contavano 46, mentre in tutto lo Stivale erano 164. Il che vuol dire che un caso su quattro colpisce cittadini laziali. A fine febbraio (da qualche tempo il bollettino «Sorveglianza integrata del morbillo e della rosolia» è diventato mensile, mentre prima era settimanale) i malati erano più che raddoppiati, passando a quota 108. Quasi un primato, (ancora una volta) superato solo dalla Sicilia, quando in totale in tutta Italia ne sono stati registrati 411.
Ci sono quindi 11 persone a letto col morbillo ogni centomila residenti. Colpiti anche i bambini sotto i cinque anni, mentre l’età media di chi ha contratto il virus è 25 anni. Il 91% poi non era vaccinato al momento del contagio.
Il bilancio del 2017 si era chiuso (dati ufficiali del bollettino) con 1.699 casi accertati e due decessi tra piccoli pazienti, con il tasso di incidenza più elevato di tutta Italia, ovvero il 28,8 ogni centomila abitanti. Numeri che messi a confronto con quelli delle altre regioni fanno capire l’allarme. Subito dietro il Lazio infatti, nella tabella dei casi, compariva la Lombardia con 787 persone malate (ovvero meno della metà) e il Piemonte con 629, poco oltre un terzo.