La Lazio domani gioca con la storia: in campo i migliori
L’appuntamento con la storia, benché solo recente, è fissato per domani alle 21.05: contro il Salisburgo la Lazio cerca (da favorita) una semifinale europea alla quale non arriva da quindici anni. Allora – era il 2003 – resistevano in biancoceleste diversi campioni dell’era-Cragnotti, che si sarebbe chiusa proprio in quel periodo. L’allenatore era Mancini, Nesta e Crespo erano appena stati ceduti, eppure la squadra volava con Stankovic, Simeone, Mihajlovic, Stam, Oddo e ovviamente Simone Inzaghi. Il quale, stavolta, è il leader dalla panchina: l’obiettivo è quanto meno eguagliare il percorso di quella Lazio, che raggiunse la semifinale di Coppa Uefa (venne eliminata dal Porto, poi vincitore della coppa).
Il problema di questa Lazio – uno dei principali – è il pubblico, che non la segue come meriterebbe in virtù dei risultati positivi ottenuti in stagione. Tecnico e giocatori lanciano appelli continui, ma cadono nel vuoto. La società si augura di superare domani i trentamila spettatori e di essere costretta, diciamo così, ad aprile i distinti sud-est: non sarà facile, anche se promozioni e sconti aiutano almeno un po’. I tifosi austriaci saranno un migliaio.
Inzaghi vede l’Europa League come la competizione ideale per restituire alla Lazio dignità anche internazionale, perciò schiererà la formazione migliore. Di conseguenza è quasi certo che Felipe Anderson torni in panchina: Milinkovic-Savic recupererà il suo posto di interno sinistro e Luis Alberto sarà di nuovo la spalla di Immobile. Ma i guai della Lazio, ormai è chiaro, non sono in avanti bensì in difesa.