Lazio, caccia alla semifinale In Europa manca dal 2003
La Lazio a Salisburgo per la semifinale che manca dal 2003
Stasera la Lazio a Salisburgo parte dal 4-2 ottenuto nella gara di andata.
Tra l’Europa del presente e quella che verrà. Simone Inzaghi è tra color che son sospesi. Non vuole sentire parlare di settimana più importante dell’anno, ma sa benissimo che quanto seminato magnificamente negli ultimi 8 mesi ha bisogno di essere ancora alimentato per rendere indimenticabile il raccolto stagionale. Vietato allora pensare ed anche parlare del derby di domenica sera, anche se poi il discorso, gira e rigira, va sempre sulla Roma.
Negli ultimi 15 anni la Lazio non è mai stata così vicina ad una semifinale europea (l’ultimo precedente risale alla Coppa Uefa 2003, quando però in finale andò il Porto di Josè Mourinho): questa con il Salisburgo è, quindi, un’onda da cavalcare dopo il prezioso 4-2 dell’andata.
«Le partite di coppa vanno giocate 180 minuti – ammonisce Inzaghi – ne è la dimostrazione quanto successo tra Roma e Barcellona. Anche quando si ha un vantaggio importante, se si interpreta male la partita può finire male».
Dunque, il derby può attendere, l’Europa è adesso, poi domenica si tornerà ad inseguire un sogno chiamato Champions League nello spareggio coi giallorossi. Ma l’eco dell’impresa della Roma contro il Barcellona è forte anche nella pancia della Red Bull Arena di Salisburgo. «Gli faccio i complimenti, il loro risultato non ci mette pressione. L’unica pressione che sento è quella del Salisburgo, la partita più importante in questo momento è quella di stasera. Servirà una grandissima prestazione per centrare la semifinale. Loro sono un’ottima squadra, faranno di tutto per renderci la vita difficile, ma sono fiducioso».
Mente sgombra dalla Roma e da cattivi pensieri, che potrebbero materializzarsi sotto forma di cartellini gialli: sono ben 7 i diffidati, tra cui Immobile e Milinkovic. La squalifica in un’eventuale semifinale è in agguato, soprattutto se stasera si dovesse giocare agli stessi ritmi frenetici del match d’andata.
«Abbiamo tanti giocatori a rischio ma non mi farò influenzare. Non parliamo di turn over, in questo momento non esiste il derby, ma solo il Salisburgo. All’andata la nostra interpretazione è stata perfetta. Grande forza e coesione, servirà stesso spirito stasera in uno stadio caldo e ostile».
Tante partite ravvicinate, il fiato si accorcia e le gambe si appesantiscono, ma un rimedio c’è. «Non vedo stanchezza fisica, lo stress mentale si può superare pensando all’importanza degli obiettivi che possiamo centrare».
Insomma, Inzaghi chiede l’anima ai suoi per centrare un traguardo storico e Radu risponde presente. «L’allenatore ci ha dato un’altra faccia, ci ha dato tutto. Siamo con lui fino alla morte». La Lazio, almeno a parole, è pronta.
Il tecnico/1
Il vantaggio è importante, ma bisogna interpretare bene la gara
Il tecnico/2
Non parliamo di turnover, ora il derby proprio non esiste