Mario Martone porta in scena il teatro di Eduardo
All’Argentina «Il sindaco del rione Sanità» regia di Mario Martone che ambienta nel presente il suo primo De Filippo
Un Antonio Barracano con la metà degli anni del personaggio immaginato da Eduardo De Filippo. Protagonista del nuovo allestimento del Sindaco del rione
Sanità è Francesco Di Leva (39 anni), affiancato da una compagnia di giovanissimi, tra cui anche la vera figlia dell’attore, Morena di 10 anni, nel ruolo di Gerardina. La regia è firmata da Mario Martone che ambienta nel presente il suo primo Eduardo. E riguardo alla giovane età del gruppo di attori, tiene a precisare: «Nel marzo del 1977, a 17 anni, avevo formato il mio primo gruppo e debuttato col mio primo spettacolo: non c’è modo migliore per me di festeggiare questi quarant’anni di perpetuo movimento fra teatro, cinema e opera, che trovarmi oggi a lavorare con una compagine attoriale, età media 25 anni».
Lo spettacolo, al Teatro Argentina da martedì, ha una storia particolare. Tutto inizia a San Giovanni a Teduccio, periferia degradata di Napoli, dove otto anni fa nasce un polo teatrale d’eccellenza, il Nest (Napoli Est Teatro). «Sono nato in quel quartiere - racconta Di Leva, attore teatrale ma anche famoso nella «Gomorra» televisiva - Da ragazzino ero abituato a vedere per terra le cosiddette “stese”, morti ammazzati per strada dalla criminalità locale. Sentivo il bisogno di trovare un posto dove poter mettere insieme un po’ di energie pulite e di uomini disposti a regalare al mio, al nostro quartiere, una casa per gli artisti, dove produrre arte, bellezza. Per caso mi ritrovo davanti a quella che era la mia ex scuola media: chiusa da anni, abbandonata. Strappo una grata dal muro e faccio un salto all’interno del complesso. In quel luogo nasce il Nest». È il riscatto: trasformare un edificio in disfacimento in un laboratorio culturale d’eccellenza. Interviene Martone: «Gli attori del Nest, a cominciare da Francesco, non aspettano che la sorte venga loro incontro con chiamate dall’alto, ma si rimboccano le maniche, sviluppano idee e si attrezzano perché queste idee prendano forma». Aggiunge orgoglioso Di Leva: «E ai commercianti di zona, abituati purtroppo a elargire un contributo estorto alle organizzazioni criminali, chiediamo il “pizzo culturale” che ci regalano volentieri per contribuire alle nostre piccole spese, una causa nobile come il sostentamento della cultura. Poi, ricalcando l’abitudine napoletana del “caffè in sospeso”, abbiamo inventato l’abbonamento in sospeso, cioè ingressi gratis al Nest per chi non ha i mezzi».
Un grande autore, un grande regista, una compagnia di giovanissimi: «Mi sono sempre tenuto alla larga da Eduardo - riprende Martone - perché mettere in scena i suoi capolavori significa assumere non solo quanto c’è scritto sulla carta, ma anche il macrotesto delle sue indimenticabili messe in scena. Spostare l’età del protagonista consente di mettere il testo alla prova della contemporaneità, oggi i boss sono purtroppo giovanissimi, e di leggerlo come nuovo». Conclude Di Leva: «L’opera originale è assolutamente rispettata, ma la interpretiamo con un sound diverso dall’autore: lui in scena suonava il violino, noi il rap». Il nostro è un atto rivoluzionario e auguro a chiunque di recitare con la propria bambina accanto».
Gli attori
La compagnia Nest è nata a San Giovanni a Teduccio, nella periferia degradata di Napoli