Ama, mezzi rotti e mai sostituiti: torna il caos rifiuti
Camion, la metà in panne: i 192 nuovi attesi dal 2017. Raccolta in crisi, martedì vertice
Da San Giovanni e San Lorenzo a Tiburtina e Casilina, i cumuli di immondizia non ritarata dall’Ama sovrastano i cassonetti e invadono le strade. Mentre i romani producono il 25% in più di rifiuti, i sindacati fissano per martedì una riunione di emergenza. La metà dei mezzi dell’Ama sono rotti e la manutenzione è insufficiente. Da un anno attesi 190 nuovi mezzi.
Sale del 25% la produzione dei rifiuti, gli impianti sono al limite della saturazione e si dimezza il numero di mezzi Ama in giro per la raccolta, tema quest’ultimo che ha indotto i sindacati a convocare per martedì un’autentica unità di crisi nel quartier generale dell’azienda. La nuova emergenza sta nel combinato disposto delle tre criticità: così ecco i cassonetti di nuovo al colmo già da ieri, sabato (cioè senza aspettare i ritmi fisiologicamente più bassi della raccolta nel weekend) e cumuli di immondizia seminati a macchia di leopardo in tutta la città. «Non aumentando la quota di differenziata e con sempre meno mezzi in strada, vista la maggiore produzione di rifiuti i problemi sono inevitabili», commenta laconicamente Natale Di Cola, segretario della Fp-Cgil di Roma e Lazio.
Ai piedi dei secchioni si trova un po’ di tutto: frigo e microonde, sedie e pezzi di divano, potature fai da te, organico che puzza di marcio; e poi cartoni, plastiche e sacchetti multicolore che raccontano sia la mancanza di disciplina (dei cittadini) sia (soprattutto) le carenze di (di Ama), in un trionfo di pattume indifferenziato. Che infatti, come da amaroma.it, è schizzato di oltre un quarto della produzione quotidiana abituale: dalle 2600 tonnellate medie stimate dall’azienda alle 3100 fissate dal counter. Più 500 tonnellate: significa che l’efficienza del ciclo di raccolta differenziata (al 43%) continua ad essere pura teoria per piani industriali.
Dalla Tiburtina alla Casilina, intere porzioni del quadrante sud della Capitale invase dai rifiuti con orde di topi e stormi di gabbiani - gli unici soddisfatti della situazione - a banchettare ingordamente; e poi situazioni critiche anche nei quartieri «bene» a un tiro di schioppo dal centro - come San Giovanni, Villa Fiorelli - mentre, dall’altra parte di Roma, si festeggia il gran prix della Formula E nel segno della sostenibilità ambientale.
Un problema di sistema, insomma, che non troverà una soluzione stabile fino a quando il Campidoglio - oltre a sbloccare gare e appalti inceppati - non avrà identificato zone e metodo per lo smaltimento dell’indifferenziato. È vero che l’Austria ha diminuito di molto la quantità di conferimento e che i tmb sono già oltre il limite della serenità (però ancora al di sotto del limite della «normale» emergenza romana) ma il problema degli impianti diventerà non più rimandabile a giugno, quando l’intreccio tra manutenzioni e ferie aprirà la falla nel ciclo. Stavolta l’inghippo sta nella flotta veicoli di Ama: mai rinnovata, età media intorno ai 9-10 anni (con picchi di 13-14 anni) e senza un piano di manutenzione che consenta al servizio di tenere botta di fronte all’epidemia di guasti: camion e furgoncini spediti in officina
senza possibilità di tornare in strada vista la scarsità di pezzi di ricambio e meccanici specializzati. Secondo i dati Cgil ogni giorno scendono in strada la metà dei compattatori (circa 350 sui 700 della flotta) e il 50% degli autoveicoli per il ritiro a domicilio (su un parco di 1900 mezzi). Per questo le officine sono in rivolta, martedì ci sarà da discutere in via Calderon de la Barca. Anche perché a novembre l’assessora all’Ambiente del Comune, Pinuccia Montanari, aveva annunciato l’arrivo di rinforzi: 192 nuovi mezzi. La cavalleria, però, non è mai arrivata. «Denunciamo la mancanza di mezzi - ribadisce Di Cola -. Rischiamo una nuova emergenza: bisogna agire ora. Come? Con nuovi mezzi e facendo in modo che le officine tornino a funzionare. E poi mettendo in campo azioni che migliorino davvero la raccolta differenziata». Cioè ricominciando (quasi) tutto daccapo.