LIVERPOOL, I DUE VOLTI DELLA CITTÀ
Ci sono sempre due aspetti di Roma, in certi casi. Una Roma che stupisce perché appare civile e rispettosa delle regole. E poi l’universo dei siti internazionali, che sfugge alla normalità dei tanti, cioè della maggioranza. Prendiamo la vicenda dei biglietti di Roma-Liverpool. Abbiamo visto una città capace di comportarsi come una grande Capitale europea. E un’altra che partecipa ad aste di biglietti appena esauriti venduti a dieci volte il loro valore. Partiamo dal primo aspetto: ciò che i romani non fecero davanti ai semafori rossi (puntualmente «tagliati», «ahò taja ch’è rosso»), o di fronte alle strisce pedonali (ignorate, e i pedoni morti lo certificano), o con le auto già in sosta (per creare la sosta selvaggia in seconda o terza fila), invece fecero per accaparrarsi un biglietto per Roma-Liverpool all’Olimpico, il 2 maggio prossimo, «34 anni dopo», come dicono tutti, e poter dire «io c’ero». Non bisogna essere tifosi romanisti sfegatati (chi scrive non è mai riuscito ad appassionarsi al calcio) per aver subito il fascino delle file forse non ordinate ma pacifiche, dell’assenza di liti, della capacità autoorganizzazione viste tra martedì e ieri di fronte ai Roma Store e agli altri punti di rivendita. Signore di una certa età trasformate in giudici inappellabili con numeretti e precedenze (Rosella di piazza Colonna ha fatto il giro di tutti i siti con i suoi capelli bianchi e la santa pazienza), ragazze e ragazzi che hanno affrontato turni notturni e attese anche di 25 ore.
Chi ripassava i compiti, chi lavorava al tablet, chi giocava a carte in crocicchio, chi organizzava spuntini e si potrebbe continuare, descrivendo un pezzo di città che di solito cede all’insulto, alla prevaricazione. Le file non sono mai state il punto di forza dei romani. Anzi, uno dei lati deboli. Si potrebbero elencare mille ragioni storico-antropologiche, ma sarebbe retorico e noioso. Fatto sta che per due giorni una parte della tifoseria cittadina ha offerto uno spettacolo ‘europeo’. Nel nome di un appuntamento sportivo veramente storico, capace di unire e di entusiasmare, Roma si è regalata un autoritratto creativo ma inedito. Sono bastate tre ore per raggiungere il sold out: dopo i 23 mila tagliandi venduti in prelazione nei giorni scorsi, ieri stati rapidamente acquistati tutti gli altri biglietti disponibili.
Allo stadio saranno quindi in 60 mila, l’appuntamento si annuncia irripetibile. Ma indimenticabili saranno anche, per la storia del costume romano, queste ore senza risse e con molta solidarietà, cambiando i turni in famiglia o con gli amici. E veniamo all’altro aspetto di Roma. Lo sappiamo, i vecchi bagarini non esistono più, ci sono solo i siti internazionali che trasformano in platino ciò che era alla portata di molte tasche.
I posti di curva Nord dai 65 euro ufficiali fissati dalla società, sono schizzati a 700 sino addirittura a 2400 euro; la Tribuna Monte Mario, venduta tra 160 e 200 la mattina, offerta poco dopo a cifre variabili tra i 1600 a 3400 euro. Cifre che non riusciranno a cancellare la civiltà delle file di questo aprile 2018.