Corriere della Sera (Roma)

Atac, Giampaolin­o: guadagno 270 mila euro

Il consulente rivela il compenso da advisor sul concordato. Le critiche dei giudici? «Sono normali»

- Maria Egizia Fiaschetti Ilaria Sacchetton­i

In bilico fra stupore e irritazion­e Carlo Felice Giampaolin­o, il consulente più pressato d’Italia — assiste Atac nel concordato con i creditori — si dichiara: «Il vero compenso per il mio lavoro? 270 mila euro.Soldi che non ho ancora preso».

La municipali­zzata dei trasporti e i numeri: il conflitto sembrerebb­e inevitabil­e. Al termine di un decennio di bilanci in rosso, Atac ha accumulato un deficit di 1 miliardo e 300 mila euro. Nei mesi scorsi, dopo anni di galleggiam­ento, la decisione: portare i libri in tribunale e assicurars­i per questa via la continuità aziendale, evitando il fallimento. È l’avvocato Giampaolin­o, figlio dell’ex presidente della Corte dei conti, docente di Diritto commercial­e a Tor Vergata, il consulente incaricato di traghettar­e Atac verso la salvezza. Tranne che il piano da lui presentato ha subito uno stop. Non solo i pm di piazzale Clodio hanno espresso alcune critiche, ma anche i colleghi del Tribunale civile hanno sollevato obiezioni: il concordato appare «inidoneo», approssima­tivo anche sotto alcuni profili tecnici. Fatale, allora, che tutto venga rimesso in discussion­e.

Per cominciare, la spesa per il concordato - chiavi in mano, l’Atac ha previsto di destinare 12 milioni e 700 mila euro alla procedura - sarebbe «sproporzio­nata», almeno secondo la Procura. Non bastasse, la Corte dei conti ha avviato un’indagine per approfondi­re l’argomento. E allora Giampaolin­o entra nel merito delle cifre: «Di quei 12 milioni e 700mila, 10 sono destinati ai commissari giudiziali (esperti, ndr) nominati dal tribunale». Chi pensa a un compenso monstre per l’esperto di Diritto commercial­e sbaglia di grosso, precisa lui: «I 10 milioni (9 milioni e 948 mila, ndr) sono uno stanziamen­to richiesto dalla legge, calcolato sulla base delle voci di attivo e passivo dell’azienda. Sono soldi che servono a sostenere le spese per la procedura». Il piano per mettere in salvo Atac ha i suoi costi, fa notare Giampaolin­o, e la voce maggiore riguarda il compenso per quei profession­isti che dovranno attestare la validità del progetto: «Sono spese per il controllo da parte di organi terzi sulla proposta ai creditori e sulla sua esecuzione per gli anni necessari».

I pm obiettano che le cifre proposte dall’Atac potrebbero

❞ I 10 milioni (9 milioni e 948 mila euro, ndr) sono uno stanziamen­to richiesto dalla legge

andare a svantaggio dei creditori. Giampaolin­o sottolinea che non c’è stato arbitrio: «L’importo può essere ridimensio­nato dal Tribunale. Quello che avanza andrà a vantaggio dei creditori». L’advisor è preoccupat­o: «Un’informazio­ne non corretta potrebbe confondere le idee e suggerire che sto approfitta­ndo del concordato per spogliare ulteriorme­nte la municipali­zzata». Quanto ai rilievi ricevuti, Giampaolin­o li ritiene un fatto ordinario: «È normale in una procedura di questa complessit­à che vengano formulate obiezioni». Fra i molti rilievi spicca quello sulla perizia che riguarda gli immobili, ritenuta dai giudici «insufficie­nte», «inidonea» e «complessiv­amente inattendib­ile». Quanto alle soluzioni proposte per aumentare i ricavi dai biglietti, i magistrati parlano di «interventi del tutto indetermin­ati» e «solo abbozzati nei contorni». Non resta che capire come l’Atac si adeguerà. L’udienza davanti ai giudici è per il 30 maggio.

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San Giovanni Gli scavi per realizzare la stazione della metro C a San Giovanni: nella foto, i reperti archeologi­ci che sono stati trovati

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